PESCARA – “I chiarimenti del Ministero dell’Ambiente in merito vicenda della bonifica delle aree esterne alla Solvay nel SIN di Bussi sanciscono l’ennesima figuraccia a cui le Istituzioni del nostro territorio, col Presidente di Regione Abruzzo Marsilio, l’Assessore regionale Campitelli e il Sindaco del Comune Lagatta in testa, espongono non solo loro stessi, ma di riflesso anche i cittadini di Bussi sul Tirino e gli abruzzesi tutti. È per me incomprensibile vedere come questi politici, con responsabilità di Governo territoriale, insistano a sposare un progetto lacunoso e incompleto. Ricordano in ogni occasione le lungaggini burocratiche del passato, ma tacciono miseramente sul fatto che portare avanti un iter così strutturato porterebbe ad altri mesi, se non anni, di attesa per l’inizio della bonifica. E questo sì che sarebbe un danno incalcolabile per la nostra terra. Una bagarre portata avanti con quotidiani attacchi al Ministero dell’Ambiente, costretto a rispondere al Sindaco di Bussi (difeso a spada tratta dalla Giunta regionale) ricostruendo la vicenda carte alla mano, e confermando ciò che anche noi abbiamo ribadito la settimana scorsa. Ho provato più volte a ricordare alle Istituzioni abruzzesi quali problematiche ci siano in questo progetto, ma è difficile far cambiare idea a chi, anche di fronte alla verità, preferisce proseguire sulla strada dell’attacco pretestuoso, atteggiamento poco consono a chi deve amministrare il territorio”.

Arriva dal Capogruppo M5S in Regione Abruzzo Sara Marcozzi il commento alle osservazioni del Ministero dell’Ambiente indirizzate, tra gli altri, al Sindaco di Bussi e alla Regione Abruzzo, sull’atto di diffida per la conclusione del procedimento della bonifica. “Entrando nel merito delle risposte – spiega Marcozzi – è stato ricordato come il progetto della Dec Deme, risultato aggiudicatario per la bonifica, sia stato sottoposto all’esame del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e come questo abbia rilevato una pesante carenza di approfondimento delle indagini ambientali. In particolare, una poco chiara analisi di rischio sui valori di contaminazione superiori alle soglie di legge, la mancanza di uno studio sulla disponibilità delle discariche in prossimità del sito contaminato dove inviare i rifiuti non pericolosi, quelli pericolosi e gli inerti, e la mancanza di previsione di impermeabilizzazione del suolo per le baie di stoccaggio destinate ai rifiuti al seguito della rimozione dal sito contaminato. Lacune queste che hanno reso impossibile redigere un progetto definitivo corretto e rispondente ai requisiti minimi della normativa tecnica vigente. Come se tutto ciò non bastasse, il Ministero dell’Ambiente ha provveduto a richiedere parere all’Avvocatura dello Stato che, con nota protocollata, ha confermato l’opportunità di procedere con la revoca dell’aggiudicazione. Di conseguenza il Ministero ha provveduto a procedere all’annullamento di ufficio in via di autotutela”.

“Una vicenda che, nei suoi dettagli, è stata rappresentata e ricostruita minuziosamente sul territorio anche dal Comitato di Cittadini BusSINmovimento, che ha dato un apporto concreto riportato anche all’interno della Commissione regionale di Inchiesta sul SIN di Bussi. Peccato che, invece, dall’Istituzione regionale e comunale si sia continuata a perseguire una posizione di principio, priva di qualsiasi tipo di lungimiranza e noncurante perfino dei richiami formali del Ministero dell’Ambiente. Evidentemente, pur di intestarsi un qualche tipo di risultato, si è disposti anche a portare avanti progetti di bonifica oggettivamente incompleti e non sufficienti. Il classico atteggiamento di chi, piuttosto che trovare soluzione, preferisce avere qualcuno su cui scaricare responsabilità esclusivamente proprie. A maggior ragione per ciò che riguarda il Comune di Bussi che ha perfino acquistato dalla Società Solvay le discariche 2a e 2b, le aree interno a queste, i capannoni e la ciminiera dello stabilimento, senza peraltro tener conto della necessità di stipulare preventivamente un contratto col Ministero dell’Ambiente”.

“Alla luce di questa ricostruzione – conclude – ritengo che sia arrivato il momento di trarre le opportune conclusioni, perché se è vero che tutti vogliamo arrivare alla bonifica dell’area il prima possibile, è anche vero che l’iter progettuale deve seguire pedissequamente tutte le normative vigenti, proprio per evitare che si commettano errori che causerebbero altri ritardi infiniti. Vista la dura risposta del Ministero che mette fine a qualsiasi tipo di dubbio, ritengo che il Sindaco Lagatta debba seriamente valutare la propria posizione e, prima di continuare a collezionare figuracce, lasciare posto a qualcuno disposto a occuparsi della vicenda partendo dalle carte e non da preconcetti scollegati dalla realtà. Dalla Giunta regionale, dal Presidente Marsilio e dall’Assessore Campitelli, mi aspetto che inizino a governare l’Abruzzo seguendo il verbo della responsabilità e non quello della propaganda. Se hanno realmente a cuore le vicende degli abruzzesi e dei cittadini di Bussi, che aspettano giustizia dopo decenni di inquinamento, lo dimostrino collaborando lealmente con lo Stato, cosa che finora non sono stati mai in grado o, peggio ancora, non hanno mai avuto intenzione di fare”, conclude.