TERAMO – Tiene banco anche in pieno clima pasquale il dibattito sul futuro del Palazzo Arta a Teramo, ex Palazzo della Sanità di piazza Martiri Pennesi.

La mannaia sulla città, qualora lo si abbattesse per ricostruirlo (con un piano in più), è praticamente tre le mani di tutti. Lo stabile è di proprietà dell’Arta e, in parte, della Provincia di Teramo per il piano terra ed il primo: essendo a rischio sismico la struttura dovrebbe essere demolita e ricostruita.

La miccia non la spegne affatto il presidente Camillo D’Angelo, disposto alla delocalizzazione: “Riedificare in piazza Martiri Pennesi sarebbe un errore colossale. E’ un’opportunità per la città riqualificare l’area di piazza Martiri, mentre ci sono tanti siti diversi per gli uffici dell’ex Palazzo della Sanità. Pensiamo all’area di Piano D’Accio, dove insiste l’Università ma anche a Mosciano, per esempio”. Il Presidente vorrebbe cogliere l’opportunità d’ottenere una possibile “permuta” con la Regione per l’area ex Utap o per la Casa dello Sport? Intanto per i consiglieri di opposizione questa operazione si dovrebbe trasformare in un’opportunità tale da ridisegnare uno spazio centrale e strategico del centro storico e, nella stessa maggioranza, più d’uno mugugna e preferirebbe altro, compresi i 5 Stelle: “La bruttura non s’ha da fare” dichiarano. Liberare la centralissima area permetterebbe, infatti, di realizzare una piazza, aree verdi o persino un edificio più piccolo ma con una destinazione culturale. Il Pd, tramite la segretaria comunale Pamela Roncone e l’assessore Marco Di Marcantonio sottolineano che “…la scelta definitiva spetta all’Arta e alla Regione e per questo sollecitano la minoranza comunale di centro destra che è però maggioranza in Regione“. Ad intervenire è anche Azione che in una nota scrive di “…un’amministrazione miope: quell’area deve tornare ad essere tale” e l’ex amministratore Valdo Di Bonaventura: “Da oltre otto mesi si era a conoscenza dell’abbattimento dello stabile dell’Arta ma solo ora che si è arrivati alla scadenza tutti iniziano a prendere posizione. Anche l’opposizione si è svegliata tardi”. Mentre l’assessore Graziano Ciapanna ribadisce l’estraneità dell’Ente. “Non abbiamo voci in capitolo in quanto non proprietari dello stabile. Vorrei ricordare però che è stato presentato un progetto e che, rispetto a quello, noi abbiamo fatto una richiesta, quella di mascherare gli impianti superiori alla copertura. Se la Provincia vuole delocalizzare, però, lo facesse”. La parola fine (forse) la pone il Sindaco Gianguido D’Alberto: “Il dibattito è a tratti surreale e strumentale a causa della non conoscenza dei fatti – spiega –. La struttura, che ospita gli uffici dell’ARPA Abruzzo è in parte di proprietà della Regione ed in parte della Provincia; sono loro gli atti che hanno sempre confermato la volontà di procedere alla demolizione ed alla ricostruzione. Facciamo nostre, invece, le dichiarazioni di uno degli enti proprietari a trovare una soluzione alternativa“. Alla luce dei fatti ultimi D’Alberto chiosa: “Sul futuro di quell’area è ovvio che ci confronteremo anche con la collettività per individuare soluzioni reali e sostenibili” – Daniela Facciolini –