TERAMO – Se raccontassimo la sola cronaca di questa partita non vi annoieremmo, perché oltre alle 4 reti ci sono state almeno una dozzina di occasioni ulteriori per segnare, nitidissime.

Il Gubbio, che in più di una circostanza avrebbe potuto chiuderla, ha patito la giocata del mai domo ed encomiabile Arrigoni, il quale, al 16° della ripresa, da 30 metri, ha lasciato partire un bolide imparabile per Ghidotti.

Fino a quel momento, soprattutto nel primo tempo, la squadra di Federico Guidi aveva fatto acqua in difesa o, se gradite, nella fase difensiva, con Iacoponi fuori condizione (almeno quello visto a Gubbio – nsr -) e con gli altri due centrali (Pinto e Codromaz) che ne pagavano, anche direttamente, le conseguenze. Il Gubbio, in pratica, ogni qualvolta che affondava dava l’impressione di poter fare malissimo. Ne realizzerà, buon per il Teramo, soltanto due la formazione umbra, con Cittadino direttamente su punizione (posizione identica a quella di Viterbo – ndr -) dopo 6 minuti, e con Doudou al 19°, imbeccato nel cuore dei difensori centrali da una verticalizzazione davvero elementare di Sainz Maza.

Poco prima Bouah, straripante nel solo primo tempo, aveva avuto la palla dell’1-1 su un’apertura di Rossetti, lambendo il palo lungo, ma sul 2-0 il Teramo appariva in netto affanno, continuando a subire dallo stesso Sainz Maza al 23°, per un colpo di testa da calcio d’angolo respinto miracolosamente da Perucchini, per un’entrata solitaraia in piena area di Spalluto alla mezz’ora (su un errore, non il primo, di Iacoponi – ndr -), che rimetteva male al centro dell’area ed ancora con Sainz Maza al 39°, sul quale il numero uno biancorosso si opponeva ancora benissimo.

E’ vero che tre minuti prima Rosso era stato trattenuto in area per un possibile calcio di rigore non fischiato (clamoroso ne sarà un secondo che vedete nella foto, sul 2-2 – ndr -), ma andando al riposo “solo” sul 2-0 per il Gubbio, bisognava fare qualcosa per forza: fuori Iacoponi per Soprano, allora, e fuori un inesistente, ma senza ruolo, De Grazia, per Malotti.

Nella ripresa il Teramo si ridisegnava inizialmente con un 3-4-3 pulito, senza equivoci tattici, e al 6° avrebbe potuto accorciare le distanze su un cross dalla sinistra, che nè Bernardotto, nè Rosso riescivano ad impattare davanti al numero uno eugubino. Prima di riaprirla, il Teramo rischiava ancora, e pure clamorosamente, al 15°, con Arena, solissimo in area, a pochi metri da Perucchini, Calciava di forza l’esterno e non di giustezza, come avrebbe dovuto e potuto: il bolide veniva respinto d’istinto, ancora una volta, da Perucchini, bravissimo e da 8 in pagella.

Cinque minuti prima Guidi aveva inserito D’Andrea e Viero per Rosso e Pinto, ridisegnando il 4-3-3; magari per caso, nessuno lo saprà mai, dal 3-0 si passava al 2-1. La rete, già descritta, se la inventava il capitano: a lui va il grazie più grande, quest’oggi. La partita si riapriva: i biancorossi si ricordavano di Viterbo e ci credevano ed cinque minuti la pareggiavano. L’azione insistita nella fase offensiva era di Malotti, che riesciva a confezionare l’assist per D’Andrea, il quale da quella posizione non sbagliava: prima la controllava con la coscia e poi la buttava dentro quasi aprendo la rete.

Il Teramo aveva pareggiato!

Poi? Sarebbe potuto tornare in vantaggio il Gubbio al 28° con Sarao, di testa, da calcio d’angolo (palla fuori di un niente in una difesa ancora “distratta”) e poi il Teramo, con l’azione più clamorosa della partita, sfiorava il clamoroso successo, proprio come in terra laziale. L’azione nasceva da un errore in disimpegno di Migliorini sulla propria trequarti; Arrigoni, Malotti e D’Andrea, in tre contro uno, facevano quasi pregustare il miracolo. L’assist finale del capitano per D’Andrea era quasi perfetto ma l’attaccante, in questa circostanza, non riusciva a superare Ghidotti in disperata uscita. La palla tornava sui piedi di Arrigoni che calciava a botta sicura ma, sulla traiettoria, un braccio largo, evidentissimo, dello stesso Migliorini la deviava: sarebbe stato un calcio di rigore solare ma non per la terna arbitrale (Villa di Rimini, Arena e D’Ascanio di Roma), che non vedeva nulla, chiudendo gli occhi proprio in quel frangente.

Sarebbe stato troppo? Probabilmente sì, ma il Gubbio di Teramo meritò di pareggiare? E L’Imolese o il Siena di vincere, per restare nel recente…

La verità vera è che alla squadra di Guidi, anche in una giornata non da ricordare, nonostante l’ottenimento del quarto risultato utile consecutivo, non poca cosa, quel pizzico di buona sorte non gira mai dalla propria.