Altre dichiarazioni del Commissario Gisonni. Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso: incredibile attaccare le norme per la sicurezza dell’acqua e la prevenzione dei rischi.
 
Cosa nascondono le polemiche di questi giorni?

 
Il Commissario sul Gran Sasso Gisonni continua imperterrito a rilasciare dichiarazioni inaccettabili nonostante la magra figura rimediata sulla vicenda della Valutazione di Incidenza Ambientale su cui bastava consultare la norma del 1997, notissima a tutti gli addetti ai lavori, per concludere sulla sua obbligatorietà. La lettera del Parco del Gran Sasso, oggetto delle sue infondate critiche, era addirittura pleonastica.
 
La Valutazione di Incidenza non è un orpello burocratico ma una procedura utilissima, se realizzata con tutti i crismi, per prevenire e non inseguire i problemi, mettendo nero su bianco le fasi da attuare e i possibili impatti sull’acqua e capire come mitigarli. 
 
In realtà la querelle sembra essere diventata solo l’ennesima occasione per cercare di passare il cerino in vista di una possibile chiusura delle gallerie per le molteplici inadempienze e precise responsabilità che, invece, andrebbero opportunamente evidenziate e perseguite.
 
Prendersela con la Valutazione di Incidenza fa sorridere. In Abruzzo sono decine le Valutazioni di Incidenza che si fanno ogni anno, per i progetti più disparati. Basta andare sulla pagina della Regione Abruzzo, http://www.regione.abruzzo.it/procedimenti-vinca-conclusi?page=2senza contare quelle che fanno direttamente i comuni, anche di 300 abitanti, spesso su richiesta di singoli cittadini che devono realizzare una semplice recinzione.
 
Una tempesta nel bicchier d’acqua, se pensiamo che nel 2019 la stessa procedura è stata tranquillamente eseguita dalla Regione Abruzzo proprio per un intervento minimale come quello di realizzare la rete di trasmissione per cellulari nelle gallerie del Gran Sasso (http://www.regione.abruzzo.it/content/progetto-la-copertura-cellulare-gsmumtslte-del-tunnel-gran-sasso).
 
Senza commissari, senza polemiche ma solo lavorando, la Valutazione di Incidenza è stata fatta, per un intervento mille volte meno invasivo rispetto al lavaggio di 20 km di gallerie con un acquifero attorno, progetto su cui si discute da mesi. Peraltro la procedura di Valutazione dura 30 giorni e se avviata per tempo oggi sarebbe quindi già conclusa.
 
Il Commissario in nuove dichiarazioni si arrampica addirittura sugli specchi sostenendo che è impossibile in radice valutare attività sperimentali come quella del lavaggio (!). Perché allora è stato sottoposto l’esperimento Luna MV dei laboratori a questa procedura (http://www.regione.abruzzo.it/content/progetto-esperimento-luna-mv-presso-i-laboratori-del-gran-sasso)? Quindi secondo lui conviene andare alla cieca? E se le attività “sperimentali” (che poi in realtà riguardano tecnologie esistenti applicate al caso specifico) si tramutano in un disastro? Oppure non è più opportuno, proprio attraverso la Valutazione, con le conoscenze che abbiamo e consci di quelle che non abbiamo, valutare come operare per evitare il più possibile conseguenze negative, che è proprio l’obiettivo della procedura di legge?
 
Facciamo notare, tra l’altro, che proprio sul Gran Sasso sempre la regione ha assoggettato a Valutazione di Incidenza Ambientale un’attività sperimentale per la localizzazione di strutture per la conservazione all’aperto di alimenti, per dire (http://www.regione.abruzzo.it/content/progetto-test-di-trasformazione-di-prodotti-alimentari-quota)!
Non possiamo pensare che il Commissario non conosca le leggi e questi procedimenti. O, almeno, vogliamo sperarlo.
 
Ora però persevera dichiarando alla stampa che tutta la situazione del Gran Sasso dovrebbe “sfuggire alle normative“. Un assist per la battuta: se non dobbiamo applicare le leggi, tanto vale risparmiare anche sul Commissario visto che ogni problema scompare magicamente assieme alle norme!
 
Dichiarazioni comunque fuorvianti e anche inutili, visto che queste normative derivano dalla legislazione comunitaria ed è mera accademia velleitaria discutere su possibile riforme di direttive elaborate in anni e applicate in 27 stati con 450 milioni di abitanti. 
 
Tutto questo il Commissario lo sa. Perché allora ricorrere a polemiche sterili?
 
Queste dichiarazioni a nostro avviso producono solo confusione che non aiuta a tracciare le responsabilità, come già avvenuto con la minaccia di chiusura delle gallerie da parte di Strada dei Parchi nel 2019. 
 
In estrema sintesi.
 
Il Decreto 264 del 2006 prevedeva la messa in sicurezza delle gallerie stradali oltre i 1.000 metri entro il 30/04/2019. Tredici anni di tempo per il concessionario Strada dei Parchi per operare, come prescrive la norma. Tempo scaduto, apertura della procedura d’infrazione da parte della Commissione Europea per le nostre inadempienze e noi cittadini viaggiamo nelle gallerie a corsia unica. Il Commissario ritiene per caso di aprire un fronte con la Commissione Europea, quando, tra l’altro, la direttiva comunitaria del 2004 da cui derivano le norme nazionali prevede espressamente il caso delle “gallerie speciali” come il Gran Sasso, dove logicamente i criteri di sicurezza dovrebbero essere ancora più rigidi, al contrario di quanto paradossalmente vorrebbe il Commissario?
 
Vogliamo parlare del Ministero delle Infrastrutture che non ha approvato il Piano Economico Finanziario delle autostrade A24-A25 dando una formidabile scusa a Strada dei Parchi, che pure ha responsabilità per aver prospettato di spostare le autostrade con interventi fuori convenzione fuorviando per anni il dibattito sul PEF?
 
Vogliamo parlare della Commissione Gallerie del Consiglio Superiore dei Lavori che in tutti questi anni si è “dimenticata” di fare le ispezioni nelle gallerie, obbligatorie proprio per il Decreto 264/2006?
 
Vogliamo parlare del Ministero delle Infrastrutture che dopo decenni si è accorta che sono obbligatorie queste ispezioni e ha rispolverato una circolare del 1967 (sì, del millenovecentosessantasette) che è alla base di questo delirio e degli ultimatum dell’ultimo minuto?
 
L’ennesima paventata chiusura delle gallerie non deve diventare appunto l’ennesimo gioco allo scaricabarile senza risolvere i problemi.
 
Il Commissario applichi semplicemente le norme, chiedendo a tutte le parti di fare lo stesso per tempo, e proceda con i lavori.
 
MOBILITAZIONE PER L’ACQUA DEL GRAN SASSO