Preg.mo Ministro della Salute Roberto Speranza

oggi sarà a Teramo per inaugurare l’hub vaccinale che verrà allestito presso l’Università.  Conosco la scena: le autorità senza autorevolezza “Evviva evviva“. L’inutile, il servo, il cocainomane e il pagano in prima fila “grazie e grazie”.  Tocco di gomito e sorrisi falsi.  “Come siamo bravi e come siamo belli”. Le truppe cammellate con la cravatta nuova. “Tutto bene tutto bene” ma chi si aspetta la porchetta rimarrà deluso.

Mannaggia! Non ci sarà tempo per riflettere sul fatto che la pandemia, i drammatici effetti economico-sociali delle pur necessarie misure anticovid, gli scollamenti fra diversi livelli istituzionali e più in generale la frattura, per dirla in breve, fra popolo e politica, hanno aperto nella nostra città, più che altrove, una sorta di vaso di Pandora che ha reso nudo il re. E ci si trova – per dirla con un intellettuale che le fu caro, Gramsci – nella situazione in cui “il vecchio muore e il nuovo non può nascere”.

Ministro, intendiamoci , i segnali di speranza e la linfa del nuovo, se nuovo si può chiamare, ci sono e scorrono nella società come un fiume carsico. Ma lei non li incontrerà. Penso al meraviglioso personale di tanti ospedali. Penso ad un volontariato diffusissimo e silenzioso che assiste gli anziani, cura gli ultimi, accarezza i deboli, sostiene i più fragili. Penso ad una parte consistente della popolazione italiana con intatte radici di convinzioni democratiche che fa barriera contro i populismi e gli egoismi del tanto peggio e tanto meglio. Penso agli amministratori, tanti, che si impegnano quotidianamente nelle buone pratiche di tante istituzioni provando a dare risposte. Penso ai disperati senza stipendio, senza lavoro, con le attività chiuse da tempo, che pure resisto e resistono e resistono e non disperano. E lottano. E non mollano.

Dentro la sua auto blu, tra la “fatwa” lanciata contro di lei dall’opposizione e da una parte della maggioranza dai comportamenti bipolari; tra gomiti flaccidi e unti, tra falsi sorrisi e una montagna di menzogne, lei non lo sa, ma questa Italia quotidiana migliore è spaesata e frantumata. Occorre consegnarle una speranza concreta, date certe e tempi concreti, cifre concrete, rimborsi concreti.  Quella linfa va messa a valore non lasciare che si disperda. Questo tessuto è oggi una vera riserva della Repubblica.

Invece, preg.mo Ministro, ancora oggi dopo un anno, l’impressione è di vivere una sorta di anacronismo generalizzato, in cui ciò che è, appare largamente inadeguato alle durissime repliche della realtà, e il cosiddetto modello di sviluppo presentatoci per trent’anni come unico e immarcescibile si rivela, gratta gratta, una trappola mortale. Il punto grave è che con il governo Draghi lo si sta già riproponendo.

E lei, Ministro, di questo disfacimento è complice. Mentre, ancora oggi, dopo un anno, ogni giorno, come in una nuova, straniante normalità, sgraniamo il rosario di centinaia e centinaia di nuovi decessi, attoniti davanti a una catastrofe nostra e mondiale, insomma dell’umana gente. Mentre sono colpite le fondamenta culturali dello stare insieme e muta il comune sentire, nel ventre della società crescono due fenomeni conflittuali: l’odio/rancore, la solidarietà/prossimità.

Lei, Ministro, di questo disfacimento è complice perché ha costantemente ignorato le forze positive che vivono sui territori (come il nostro) che avrebbero dovuto essere il caposaldo per contrastare la patologia delle diseguaglianze, sostenere il valore e la dignità della persona umana, e il lavoro, la tutela della salute come diritto fondamentale, la centralità della scuola e della formazione.

Lei, Ministro, di questo disfacimento è complice perché nella gestione della pandemia si è annodato in scelte sbagliate fatte di ritardi, mascherine cinesi e truffe all’italiana, il sig. Arcuri, alcuni loschi figuri il cui ruolo e i cui guadagni sono sotto indagine della finanza, il lockdown troppo lungo, i codici Ateco sballati, il mancato rafforzamento su tracciamento, il fallimento della App Immuni costata 15 milioni di euro buttati, errori clamorosi nel primo piano vaccinale, confusione sui priorità e fasce d’età, lentezza nelle decisioni, ordinanze su viaggi all’estero arrivate sempre in extremis, il caso Ranieri Guerra/oms (con il presunto scandalo sul piano pandemico “copiato”), le forti proteste di questi giorni di ristoratori e commercianti a cui si promettono riaperture, ma fino alle 22, ma non si sa da quando, l’inchiesta sui respiratori polmonari in arrivo dalla Cina, il completo disordine nel mondo della scuola, un mese di aprile “tutto in rosso” che ha creato molta inquietudine e sofferenza nella gente.

Le elites che oggi incontrerà oggi a Teramo, tutta composta di culi parati, tutti seduti su comode e calde poltrone, non soffrono i gravi danni, soprattutto economici, prodotti dalle azioni del governo che lei rappresenta. Nessuno di loro questa notte è rimasto sveglio per la paura di non riaprire l’attività. Nessuno di loro ha paura di rimanere senza lavoro a 50 anni. Nessuno di loro dovrà andare questa mattina in banca a chiedere un prestito per continuare a lavorare. Nessuno dovrà mandare indietro merce che non può pagare. Nessuno sarà costretto a pregare che tornino i turisti. E di poter riaprire. Nessuno di costoro  ha gli occhi gonfi di lacrime. Nessuno le parlerà del dolore, dell’ansia e della paura che molti miei concittadini vivono in questo momento.

Il taglio di un nastro. Il tocco di gomito. Due chiacchiere imparate a memoria, sempre inutili e sempre le stesse. Tutta fuffa. Inutile fuffa. La foto di rito. Ma lei. almeno  lei ministro, quando inizieranno a vaccinare i domiciliari, i più gravi, almeno lei è in grado di dirmelo ?