Ecco che, a passi larghi, si avvicina il Natale. Che dovrebbe essere una festa religiosa, principalmente cristiana  anche se ha origini pagane. Fondamentalmente è una festa indie che c’è l’ha fatta, è diventata pop e si è venduta l’anima alla Coca-cola per fare soldi.

Tutto il suo immaginario oramai è fatto di bevute di Campari, riunioni tra sconosciuti pseudo colleghi in cerca di robbba fresca a base di rustell’, rossi sgargianti, uomini anziani in sovrappeso che fanno finta di ridere, festosità finta e compulsiva che ce le ha fracassate. Anche se ti piace tutta quella roba, ogni anno inizia prima. A novembre ti ritrovi la buca delle lettere invasa da cataloghi di giochi e cibo per Natale. All’inizio del fottuto novembre già mette l’ansia pensare che bisogna fare i regali. Ecco, i regali: che ci azzeccano sti regali con un bambino che nasce in una mangiatoia tra un bue e un asino. Che senso ha scambiarsi regali inutili e sgraditi ? Nessuno. È solo un modo per mettersi in imbarazzo a vicenda. Devi comprare un regalo a qualcuno che, nei migliori dei casi, vedi 3 volte l’anno.

Ecco, afferrata e stretta dalle grinfie del consumismo, tra porchette, aperitivi di auguri, spumantini made in Cina, maglioni by Rocco Marocco, domani per la  Città di Teramo è giorno di festa. Con la tradizionale messa in cattedrale celebra San Berardo, patrono della Città e della Diocesi. Al contrario di quello che si possa pensare, le origini di San Berardo non erano umili, piuttosto il santo veniva da una famiglia agiata di stirpe nobile. Si pensa che la sua dimora familiare fosse il castello Pagliara, omonimo del cognome familiare del vescovo, che si trova attualmente sull’Isola del Gran Sasso. Della storia di San Berardo non si conosce molto. Tuttavia, dopo aver rifiutato in un certo senso le origini nobiliari, il santo entrò in giovane età nel monastero di Montecassino. Dopo aver trascorso la gioventù e l’adolescenza nel monastero di Montecassino,San Berardo venne trasferito nell’abbazia di San Giovanni in Venere. Un grande privilegio per lui, dal momento che l’abbazia era un luogo di culto dalla grande reputazione cattolica. Tuttavia, nel corso della sua vita, San Berardo rimase sempre umile, disposto al sacrificio ed all’aiutare gli altri. Quale altro Vescovo buono, umile e caritatevole  vi ricorda ? L’occasione di venire alla ribalta per il mondo cattolico  Berardo la ebbe alla morte del vescovo Uberto. A quel punto, fu Berardo a venir nominato vescovo dell’Abbazia. Oltre a questa carica, Berardo veniva sempre identificato come un pastore della chiesa, pronto ad accogliere le pecore smarrite di fedeli che cercavano conforto attraverso la fede e la chiesa. Iniziò il suo incarico nell’anno 1116. Nel corso della sua nomina, San Berardo si dedicò anche nell’aiutare i poveri e coloro che non godevano di buona salute. Era identificato come un vero e proprio salvatore, e chiunque in sua compagnia si sentiva ristorato dal punto di vista emotivo e spirituale. In un paio di occasioni, il pronto intervento di San Berardo contribuì anche a far sfociare dissapori cittadini e rivolte da parte di paesani inferociti. San Berardo morì nell’anno 1122 e la sua morte fu un duro colpo per i cittadini e fedeli che lo avevano sempre considerato un vero e proprio punto di riferimento.

Domani, 19 dicembre a Teramo si svolge una vera e propria celebrazione in onore del santo. Molti cittadini della città offrono un cero alla memoria di San Berardo. Inoltre, un coro scelto di cittadini volontari esegue in modo solenne ad alta voce l’Inno a San Berardo, melodia dedicata al patrono della città dell’Abruzzo. Insomma, in ultima analisi il 19 dicembre è realmente un giorno di festa e gioia per la città di Teramo, un momento particolare per ricordare un uomo tanto buono che ha sempre aiutato il prossimo.