Il centrosinistra in Regione Abruzzo sta definendo gli atti da presentare nel ricorso elettorale, i cui termini secondo quanto si è appreso, scadrebbero il 25 marzo prossimo, per chiedere l’attribuzione di sette consiglieri regionali anziché dei cinque che gli sono stati assegnati all’esito della proclamazione degli eletti da parte della Corte d’Appello dell’Aquila, seguita alle elezioni regionali del 10 febbraio scorso che hanno incoronato il centrodestra, guidato dal neo presidente Marco Marsilio, di Fratelli d’Italia. Lo si apprende dall’entourage di Giovanni Legnini, candidato governatore del centrosinistra, sconfitto e ora consigliere regionale.

Alla coalizione civica e di centrosinistra che ha ottenuto il 31,29 per cento dei voti, sono stati attribuiti cinque seggi, ai quali si aggiunge quello dello stesso Legnini, mentre al Movimento cinque stelle che ha avuto il 20,20% ne sono stati assegnati 7. Secondo gli addetti ai lavori di area centrosinistra, la incongruenza è dovuta ad un non corretta interpretazione della legge elettorale e quindi del metodo di riparto in un contesto in cui si rilevano profili di incostituzionalità: subito dopo le elezioni, Legnini ha parlato di “violazione del principio costituzionale dell’uguaglianza al voto”. Materialmente, a depositare i ricorsi saranno i primi dei non eletti in ciascun collegio elettorale che hanno il quorum più alto e che quindi entrerebbero in Consiglio regionale in caso di accoglimento. In particolare, secondo quanto si è appreso, si tratterebbe di Pierpaolo Pietrucci in provincia dell’Aquila, ex consigliere regionale del Partito democratico, Luciano D’Amico in provincia di Teramo, ex rettore candidato con la lista Legnini Presidente, Donato Di Matteo in provincia di Pescara, ex assessore regionale candidato con la lista Abruzzo Insieme, e Paola Cianci in provincia di Chieti, candidata con la lista Progressisti-Liberi e uguali. (ANSA)