TERAMO – “No alla scuola dei padroni” è lo slogan delle manifestazioni studentesche che si svolgono oggi in oltre 40 città italiane, nella giornata di mobilitazione nazionale promossa dal Fronte della Gioventù Comunista (FGC) e altre sigle, accompagnata nella scorsa settimana da un’ondata di occupazioni e proteste nelle scuole. “Questo movimento studentesco pone una questione politica chiarissima: il sistema dell’alternanza scuola lavoro è fatto di sfruttamento, assenza di diritti e sicurezza. Deve finire, bisognava aspettare i morti per capirlo?”. Questa la dichiarazione di Lorenzo Lang, segretario nazionale del FGC.

“Non si può piegare la didattica alle esigenze delle imprese, non si può continuare col modello della scuola-azienda. Il governo prenda atto che cercare di derubricare tutto a una questione di ordine pubblico con la storia degli ‘infiltrati’ è una strategia che ha fallito. Lamorgese e Bianchi si dimettano”, conclude Lang.

La manifestazione di protesta raccoglie il sostegno di Rifondazione Comunista e di ‘Potere al Popolo’.

Scrive il Segretario della federazione di Teramo di Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Mirko De Berardinis: ” La Federazione provinciale di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea esprime il proprio sostegno all’importante giornata di mobilitazione studentesca in programma oggi in tutta Italia contro l’alternanza scuola-lavoro. Diamo totale appoggio agli studenti che hanno scioperato e sono scesi in piazza a manifestare anche in Provincia di Teramo ed auspichiamo che la protesta si allarghi perché non si può morire di scuola e lavoro. L’odierna giornata di lotta degli studenti contro un modello di scuola sempre più distante dal diritto allo studio e contro un’alternanza scuola-lavoro che uccide, è importante perché oltre a denunciare l’asservimento della scuola all’impresa accende i riflettori sulle morti sul lavoro. Una strage continua che questo governo non vuole fermare, perché farlo metterebbe in discussione un modello produttivo nel quale la precarizzazione, il super sfruttamento, la ricattabilità delle lavoratrici e dei lavoratori e l’assenza di controlli sulla sicurezza sono funzionali al progetto di ripresa economica di Draghi e compagnia. L’alternanza scuola – lavoro è un’esercitazione al futuro di precarietà, bassi salari, riduzione dei diritti, emigrazione, pensioni da fame che le controriforme degli ultimi venti anni hanno preparato per le nuove generazioni. Il governo Draghi non intende rinunciare a due dei pilastri del turboliberismo nostrano che investe tutte le risorse pubbliche a sostegno della ristrutturazione delle imprese senza vincoli sulle tutele per i lavoratori e controriforme, attuate e da attuare, come quella strisciante sulla scuola, in nome della competitività. Nonostante la repressione già subita con le manganellate nei giorni scorsi e quella preannunciata in modo subdolo, contro eventuali “frange violente”, continua la sacrosanta protesta di studenti e studentesse contro il perverso rapporto tra formazione e lavoro, causa della recente morte del 18enne Lorenzo Parelli di Udine e del 16enne Giuseppe Lenoci di Fermo. Mentre il Viminale si appella ai Dirigenti Scolastici “per un dialogo”, che tradotto vuol dire opera di dissuasione e in molti casi d’intimidazione. Rifondazione Comunista e le/i Giovani Comuniste/i sostengono la giusta mobilitazione degli studenti e delle studentesse per il diritto allo studio e alla vita e chiedono l’abolizione degli ‘stage’ e dell’alternanza scuola – lavoro ipocritamente ridefinita ‘PCTO – Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento’, che ha introdotto ‘esperienze’ di lavoro per i liceali e aumentato le ore di ‘allontanamento dalle scuole’ per gli studenti degli Istituti Tecnici e Professionali di Stato, svolgendo lavoro gratuito e senza diritti. È necessario che i lavoratori e i sindacati si uniscano a questa lotta, occasione importante per vincere e superare il senso d’impotenza derivante da anni di denunce rimaste inascoltate e ‘lacrime di coccodrillo’ di centrodestra e centrosinistra che durano lo spazio di un giorno e poi tutto torna come prima”.

Il comunicato di Potere al Polo Abruzzo: “L’USB Pubblico Impiego ha proclamato sciopero di tutt? ? lavorator? della scuola per l’intera giornata di venerdì 18 febbraio, a sostegno delle mobilitazioni studentesche organizzate in tutta Italia. L? student?, in mobilitazione ormai da mesi, hanno inasprito la loro lotta in seguito anche ai due gravissimi episodi avvenuti in meno di un mese: il sedicenne Giuseppe Lenoci è morto durante lo svolgimento di uno stage all’interno dei percorsi di formazione professionale, così come il coetaneo Lorenzo Parelli, morto il 21 gennaio a Udine durante il suo ultimo giorno di PCTO. A differenza di ciò che dichiarano i ministri e scrivono i giornalisti, noi non crediamo che queste due morti siano semplici fatalità; sono invece prevedibili ed inevitabili conseguenze di un sistema che si basa sullo sfruttamento e che vuole insegnare, ancor prima di entrare nel mondo del lavoro, a tutt? ? giovan? a lavorare a testa bassa e in cambio di niente – o addirittura ringraziando. La scuola deve essere luogo di apprendimento, cultura e crescita; non un’azienda! Per questo deve senz’altro essere liberata dalla logica del profitto che ormai si annida in ogni suo aspetto. Chi studia non ha bisogno di stage non retribuiti in aziende che sfruttano manodopera gratuita invece di assumere nuovo personale, ha invece bisogno che la didattica ritorni centrale e sia implementata attraverso l’assunzione di docenti, che ci siano strutture scolastiche non fatiscenti, che ci siano finanziamenti per i laboratori anziché per la digitalizzazione. Per tutti questi motivi aderiamo allo sciopero, supportiamo la lotta d? student? che chiedono diritti ma ottengono solo repressione e chiediamo a gran voce l’abolizione del PCTO e le dimissioni del ministro Bianchi”.