Dopo la conferenza stampa di esponenti del PD di lunedì scorso e il dibattito che ne è scaturito, ci troviamo però nostro malgrado a dover intervenire per fare chiarezza da subito sulla questione specifica della bonifica delle altre discariche 2A e 2B a Bussi, quando pensavamo che le cristalline sentenze del TAR Pescara e del Consiglio di Stato avessero spazzato via quelle scorie procedurali che hanno ritardato di anni l’avvio del risanamento anche di quelle ulteriori vaste aree.
A mero titolo di esempio ricordiamo quelle più recenti, con il ministro Costa e il sottosegretario Morassut che appoggiano la revoca della gara per le bonifiche delle discariche 2A e 2B, con motivazioni, messe nero su bianco dal dirigente ministeriale Lo Presti, poi censurate pesantemente dal Consiglio di Stato. Azioni spericolate, quelle del Ministero, la cui illegittimità avevamo immediatamente segnalato inutilmente anche a quegli esponenti del PD che oggi addirittura ripropongono quelle stesse motivazioni nonostante appunto siano state smontate pure dalle sentenze.
Ricordiamo anche questioni più antiche,
come la proposta messa a verbale il 23 maggio 2007 dall’allora presidente della Provincia De Dominicis, oggi protagonista della conferenza stampa di lunedì scorso, che al momento di perimetrare il SIN chiese ufficialmente di limitare lo stesso alla sola discarica Tre Monti, 3,5 ettari, escludendo quindi l’intera area industriale, le discariche 2A e 2B, i pozzi S.Angelo e molte altre aree che oggi costituiscono un SIN vasto 230 ettari, 65 volte la superficie della sola discariche Tre Monti.Fortunatamente il Ministero operò diversamente in considerazione dei dati che erano disponibili fin dal 2004. Se fosse passata quella proposta chissà quale sarebbe stata la storia delle discariche 2A e 2B e dell’area industriale che oggi devono venir bonificate a spese di Edison, secondo le ordinanze emanate dalla Provincia di Pescara rispettivamente nel 2018 e nel 2019.
Dopo questi svarioni uno si aspetterebbe maggiore cautela, limitandosi magari a festeggiare l’avvio della bonifica della discarica Tre Monti, seppur a nostra memoria, avendo noi partecipato attivamente a tutte le conferenze dei servizi al Ministero dove abbiamo contribuito a far bocciare la proposta di Edison di lasciare lì i rifiuti e a far approvare il progetto di bonifica il 6 agosto 2018, non ricordiamo di aver visto allora, nel momento della lotta, lo stesso attivismo degli esponenti politici PD che ora giustamente gioiscono.
Il Commissario di Governo Goio nel 2015 bandì una gara per la bonifica integrale con rimozione di rifiuti e terreni contaminati. La gara a febbraio 2018 è stata assegnata a un’ATI guidata dalla società Dec Deme. A giugno 2018 la Provincia individua in Edison la responsabile per la contaminazione che si deve accollare i costi della bonifica. A giugno 2020 il Ministero revoca la gara. Un anno dopo l’11 giugno 2021 il Consiglio di Stato boccia l’operato del ministero, ritenendo illegittima la revoca. Ora il ministero sta procedendo con la validazione del progetto di bonifica di Dec Deme.
Lunedì esponenti del PD hanno proposto di far fare i lavori direttamente a Edison cancellando di nuovo l’esito della gara per l’attivazione del cantiere.
Infatti come è noto grazie all’ultima sentenza della Cassazione (e alle precedenti di Consiglio di Stato e TAR) nel progetto Dec Deme il costo integrale della bonifica sarà poi ripagato da Edison, soggetto responsabile della contaminazione.
L’autocensura preventiva – cioè che sarà faticoso recuperare i soldi dalla multinazionale, ipotesi ventilata improvvidamente dall’avvocatura dello Stato oltre un anno fa – è stata poi bocciata sonoramente dal Consiglio di Stato, anche perché sarebbe come ammettere che lo Stato non sia in grado di recuperare denaro da una grande multinazionale con cui ha anche rapporti quotidiani per rilevanti questioni, come quelle energetiche (vedi capacity market).
Progetto di Edison fantasma
Il segretario regionale del PD Fina sostiene esserci un progetto di Edison per le discariche 2A e 2B consultabile sul sito WEB del Ministero.
C’è solo una presentazione power-point di n.6 (sei) slide con un verbale a commento delle stesse che contiene una mera proposta di piano operativo per giungere, dopo 6 mesi secondo il crono-programma visibile nella slide, al progetto di bonifica (https://www.mite.gov.it/sites/default/files/bonifiche/Bussi/2020/tavoli_tecnici/tt_01_10_2020.zip).
Solo a quel punto sarebbe stato disponibile il progetto rendendo possibile avviare la necessaria conferenza dei servizi per l’approvazione (per Tre Monti è durata più di due anni giusto per spiegare a Fina i tempi per il varo di un progetto da zero…).
Tali slides erano state inviate al Ministero da Edison dopo la revoca della gara, poi dichiarata illegittima. Pertanto l’iter della proposta Edison si è ovviamente fermato a quello stadio del tutto embrionale, distante anni luce dalla consistenza di un progetto di bonifica.
Edison o Dec Deme: quando un solo particolare può cambiare il futuro della qualità dei terreni di un’area (e i costi per Edison)
Quale sarebbe la vostra risposta alla seguente domanda: quale procedura di bonifica scegliere tra un’opzione 1, che sicuramente porterà gli inquinanti nei terreni ai valori più restrittivi possibili, e un’opzione 2, nella quale oggi non si sa quali concentrazioni dei contaminanti saranno alla fine lasciate nei terreni?
Edison aveva infatti proposto di arrivare al progetto di bonifica tramite la cosiddetta analisi di rischio per calcolare i valori delle concentrazioni dei contaminanti nei terreni da raggiungere con la bonifica.
Qui serve una breve e semplice spiegazione che è FONDAMENTALE per comprendere queste vicende.
Tutte le procedure di bonifica partono quando in un terreno si trova una concentrazione di contaminante oltre una soglia fissata dalla legge. Facciamo l’esempio del mercurio: per legge il limite nei suoli per far scattare la procedura è 1 milligrammo/kg.
Una volta tolti i rifiuti se il terreno sottostante ha, per fare un esempio, 50 milligrammi/kg, quindi superiore alla soglia di 1, allora parte l’analisi di rischio per individuare per quel contaminante il valore accettabile in quello specifico caso, valore che potrà risultare anche molto più elevato della soglia iniziale di legge che fa scattare la procedura (come detto 1 mg/kg).
Nell’analisi di rischio si valutano molti fattori che possono limitare l’esposizione del contaminante presente con gli umani. Ad esempio, se un terreno è coperto di asfalto magari l’analisi di rischio ti dice che quei 50 mg/kg di mercurio, anche se superiori di 50 volte alla soglia iniziale, sono accettabili. A quel punto quel terreno resta lì e l’area viene dichiarata bonificata!
Infatti, per fare ipotesi di scuola, dalle analisi di rischio può venire fuori nei diversi siti che a Gela la concentrazione “accettabile” è 10 mg/kg, a Marghera 50 e a Taranto 100. Magari in un altro sito è 1. Sembrerà incredibile ma è così.
Ci verrebbe la voglia di dire: è l’analisi di rischio, bellezza! Una procedura totalmente pro-aziende purtroppo introdotta nel codice dell’ambiente nel 2006!
Quale delle due opzioni scegliereste per il futuro di Bussi, visto che a pagare sarà sempre Edison? Quella più cautelativa e restrittiva o quella meno?
Invece per il fantomatico progetto Edison non è stata neanche avviata la conferenza dei servizi, cioè siamo all’anno zero. Per la discarica Tremonti, come ricordato, ci sono voluti due anni di conferenza dei servizi solo per approvare il progetto di Edison e altri tre per avviarlo materialmente.