TERAMO – Torna il Due di Coppe all’inizio di Corso San Giorgio, ritorno sollecitato da molti, a cominciare dall’associazione Teramo Nostra, come restauro ad una immagine della città com’era prima del 1926, anno in cui le due colonne originali furono demolite, seppure con un restyling che coordini l’opera con il resto dell’architettura esistente, ristrutturata sì, ma conservando di massima le originali linee architettoniche. Il progetto, su idea del noto fumettista Carmine Di Giandomenico, è opera degli ingegneri Alfonso di Felice e Roberto Di Berardino ed è già approvato e reso pubblico in questi giorni da una conferenza stampa di presentazione e dai vari quotidiani locali. Segno che è piaciuto all’élite politica teramana.

Tuttavia il teramano che transita per Corso san Giorgio tutti i santi giorni, che lavora e vive a Teramo, ma che non ha voce in capitolo, ahimè non è stato interpellato. Non che sia prassi obbligata chiedere il consenso cittadino; però almeno in situazioni analoghe… Resta il fatto che quelli che stanno in alto, lassù, non sanno se il progetto di quelle colonne infrante, con lo scheletro delle ossa in ferro a vista, gli svolazzi di veli finti dall’estetica che va a infastidire, per non dire a rompere, l’armonia architettonica di tutto il resto, possa piacere a quelli che stanno giù, ai quali appartiene la città: i teramani. Ed è una lacuna che sarebbe il caso di colmare. Con il beneplacito delle autorità preposte, naturalmente.

 

Pasquale Felix