TERAMO – Lo abbiamo incontrato una sola volta; ci abbiamo parlato al telefono due o tre volte. L’ultima mezz’ora fa.

E’ un uomo incazzato, probabilmente molto deluso da chi lo ha facilmente classificato con “epiteti forti” sui social, magari con una semplice ma audace ironia: mi ha urlato che anch’io sono venuto meno a quel che mi compete, non avendo mai provato a difenderne il ruolo. Di certo non aveva bisogno che si evidenziassero le integrità di uomo, ma forse lo avrebbe anche gradito ed apprezzato, se fosse stato fatto.

Non era comunque tranquillo, ma voglioso di sfogarsi. Lo ha fatto: ha alzato la voce, ha rivendicato con forza i suoi interventi, anche onerosi, e soprattutto i suoi principi, messi a disposizione di una città che non conosce, di una squadra della quale nulla sapeva, nel rispetto di un impegno assunto tra gentiluomini, poi traslato alla città con la visita al Sindaco D’Alberto. Nel mentre in tanti lo hanno cercato, vanamente: a tutti ha detto che ha una “pratica aperta” da queste parti.

Non può essere oggetto di critica stupida ed offensiva un momento di relax – ha dichiarato Spinellivissuto peraltro nella mia terra, la Sicilia, che adoravo e che adoro sempre più“.

C’è rimasto male, Giuseppe Spinelli, vittima dei social: è stato classificato non per quello che ha già fatto e che intenderebbe ancora fare, ma per aspetti che spesso esulano dall’essere persona perbene, secondo me anche personaggio vero in un futuro che resta da chiarire.

Ho provato vanamente a fargli capire che, purtroppo in moltissimi casi, con il “terzo mondo” da tastiera bisogna conviverci, fregandosene dei giudizi o degli epiteti più o meno intelligenti o sbagliati. E’ per questo che, rispettosamente, gli diciamo di provare a comprendere anche lui i teramani, che hanno una tifoseria meravigliosa ma ferita, gravemente ferita dai fatti ultimi e non soltanto.

Gli auguriamo di riuscire ad affrontare la situazione continuando a metterci la faccia, più di sempre. Le situazioni che oggi potrebbero sembrare avverse o addirittura ostative, potrebbero non essere tali, ma dipenderà molto, forse tutto, da lui.

A questo punto ci ha suggerito il titolo: “Spinelli c’era e ci sarà sempre“.