TERAMO – Un’altra grande novità in casa Lions riguarda il riassetto del settore giovanile che vedrà al timone Settimio Massotti come Direttore Tecnico. Palmares glorioso sia in campo che in panchina , infatti Massotti è il giocatore con più presenze nella Nazionale italiana di pallamano: 303 le partite da lui giocate in maglia azzurra è ancora, ad oggi, il capocannoniere della Nazionale, avendo messo a referto 1360 reti. Ha anche ricoperto il ruolo di CT della nazionale italiana. Nominato dalla Gazzetta dello Sport “giocatore del secolo”. A lui spetterà il compito di dare nuova linfa, assieme ai suoi collaboratori, ad un vivaio che negli ultimi anni, causa COVID, ha subito una leggera flessione rispetto ai numeri importanti che aveva in precedenza. La sua esperienza sarà messa a disposizione anche per quanto riguarda le squadre senior attraverso collaborazioni continue con i rispettivi staff tecnici sia della serie A2 che della serie B.

Grande passato da giocatore, da allenatore hai guidato anche la nazionale italiana, è difficile oggi lavorare con i settori giovanili?

“Si è difficile e non solo per la nostra disciplina ma per tutti gli sport di squadra, la recente Olimpiade lo ha sentenziato drasticamente. La mentalità dei giovani è cambiata, ed anche il benessere in cui vivono le nuove generazioni ha contribuito in questo. Oggi molti ragazzi non sono disposti al sacrificio, lo sport non si trova più ai primi posti della loro scala dei valori, non amano andare in competizione. Quando si trovano in difficoltà di impegno, competizione, rispetto delle regole e tutte quelle situazioni indispensabili per crescere ed emergere, spesso preferiscono aggirare queste sfide mollando, cambiando disciplina o hobby. E qui dal mio punto di vista ci sono responsabilità anche delle famiglie”.

Settimio come ti trovi in questo nuovo ruolo di Direttore Tecnico del settore giovanile Lions?

Una esperienza di questo tipo l’ho già avuta, appunto quando sono stato DT delle squadre Nazionali, anche lì ho seguito e coordinato gli allenatori delle squadre giovanili. Certo con la Lions è un lavoro diverso certamente più difficile perché hai dei ragazzi che partono da diversi livelli tecnici spesso molto distanti tra loro, e l’obiettivo mio e del mio staff è quello di migliorarli ognuno del proprio livello sperando naturalmente di individuare dei talenti e svilupparli, continuando così l’antica tradizione della cantera teramana.”

Quale credi che possa essere la strada giusta da percorrere per far tornare Teramo a lottare per lo scudetto come quando eri tu in campo?

Sono convintissimo che la strada intrapresa dal mio club dal punto di vista tecnico sia quella giusta, mettere l’esperienza e la competenza tecnica acquisita in decenni di militanza ad alti livelli di diversi campioni che risiedono nella stessa città al servizio dei ragazzi è la cosa migliore. Ognuno di noi ha la possibilità di trasferire tutto ciò che ha dentro a questi ragazzi ed essere orgogliosi quando ci si accorge di esserci riusciti. Poi per tornare a lottare per lo scudetto sappiamo tutti che in primis ci vogliono le risorse economiche. Teramo ad esempio ha tanti ottimi giocatori sparsi per l’Italia, già trovare uno sponsor che permetta il loro rientro sarebbe un’ottima base di partenza, soprattutto non renderebbe vano il lavoro svolto nel settore giovanile nell’impegno di costruire giocatori che poi per necessità sono costretti a lasciare Teramo. Esempio? Tonini Teramo 1994/’95/’96, un forte sponsor che volle far rientrare tutti noi Teramani militanti in club di prima fascia e trattenne tutti i forti giovani che stavano crescendo, aggiunse qualche innesto forte esterno ed ecco una squadra veramente forte. E infine il nostro amato pubblico, per tradizione uno dei migliori d’Italia. Non riuscirò mai a dimenticare i 15 pullman che ci seguirono allo spareggio di Rimini per salire in A1 o il Pala Scapriano colmo negli anni della Tonini. Ecco dobbiamo fare un’operazione simpatia e farli tornare a tifare come solo loro sanno fare”.