TERAMO – La gestione dell’attuale presidente della squadra di calcio della nostra città, non riuscirà mai a delimitare un confine entro il quale, società e tifoseria, partecipino assieme alle gioie e ai dolori, guardando al futuro anche con un sorriso.

A Teramo si è creata una situazione dalla quale, anche ribaltando, per assurdo, la rotta operativa della società, riuscire ad allestire una rosa competitiva in pochissimo tempo, in grado di lottare, nel 2021-2022, per la conquista di una delle prime cinque, sei posizioni (riforma quasi certa – ndr), equivale già alla realizzazione di un autentico miracolo sportivo. Questa proprietà ha invece dimostrato di non avere tali potenzialità, avendo speso 8,5 milioni in due soli campionati ma investendo, peraltro malissimo, come peggio non avrebbe potuto, soltanto nel primo, per giocare al risparmio e basta nel secondo. Si è sempre più vicini alla certezza di un pensiero, secondo il quale, tra una certa imprenditoria ed il gioco del pallone, gli interessi senza passione siano pari a zero, con conseguenze prevedibilissime e quindi con il serio rischio di collezionare figuracce future certe, sui campi di tutta Italia.

A potenziali otto giorni dal raduno, mentre ci sono tantissimi clubs già in ritiro, a Teramo esiste una rosa di prima squadra con soli 15 elementi, quattro dei quali in odore di cessione: non c’è il DG, non c’è il DS, non c’è l’allenatore, non c’è il programma! E’ dato sapere soltanto che l’allenatore del domani sarà giovane (ma quando? – ndr -), come se trovare un nuovo Paci sarà facile come consumare un caffè, magari girato di spalle alla città!

Questo non è il calcio che meritano Teramo ed i teramani, non è il calcio biancorosso che è contrassegnato da 108 anni di storia, non è un capriccio per pochi, non è più tollerabile ed ancora non si comincia!

Cosa fare? Pregare, affinché il presidente della squadra di calcio della nostra città individui la strada giusta per andar via.

Gli auguriamo con soddisfazione.