ROSETO – Entro la fine del mandato del Sindaco Sabatino Di Girolamo, partiranno i lavori per il nuovo Distretto Sanitario di Base il cui progetto rappresenta una dei punti qualificanti dell’amministrazione comunale. Il crono-programma dei lavori, il valore dell’intervento, i canali di finanziamento e i servizi erogati nella struttura sono stati definiti nel corso della conferenza stampa di presentazione del progetto a cui hanno preso parte il Sindaco Sabatino Di Girolamo, l’Assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci, il Direttore generale della Asl Roberto Fagnano, la direttrice sanitaria della Asl Maria Mattucci, e il Direttore del Cast (Coordinamento assistenza sanitaria territoriale) Valerio Profeta e il nuovo direttore dell’attuale distretto sanitario di Roseto Giandomenico Pinto. «Realizzare il distretto su un’area pubblica – ha dichiarato il sindaco Di Girolamo – ci ha consentito di accorciare notevolmente i tempi di questo progetto a cui teniamo particolarmente, anche perché finora abbiamo i servizi sanitari quali il 118, il consultorio e il Dsb tutti decentrati tra loro. Con il nuovo distretto andremo a concentrare in un unico polo sanitario tutti i servizi, dando una risposta alla vallata del Vomano, ma anche ai turisti, visto che d’estate la popolazione triplica».

L’operazione, come ha puntualizzato il sindaco, è stata resa possibile grazie anche alla stretta sinergia con la Asl di Teramo ma anche grazie alla filiera politica con la Regione Abruzzo, con la quale si stanno sviluppando i progetti di riqualificazione del Pontile, la messa in sicurezza degli argini del Tordino, la cessione dello Iat al Comune e il riutilizzo dell’Autoporto. Alla conferenza stampa era presente il già deputato Tommaso Ginoble, che questo progetto l’ha avuto a cuore e seguito dalla fase embrionale. «Qualche volta, e finalmente, la politica e le istituzioni fanno il loro dovere – ha dichiarato Ginoble -. I cinesi dicono che ogni cammino inizia con un piccolo passo e oggi questo passo è stato compiuto. Siamo orgogliosi di dare risposte a una comunità che sentiva questa esigenza da tempo. Sento spesso critiche all’amministrazione per non essere riuscita a dimostrare quello che vale dopo due anni nei quali abbiamo dovuto operare sui conti e sulle finanze. L’atto di oggi a mio giudizio – ha concluso Ginoble – segna una svolta per Roseto che caratterizzerà anche le generazioni future. Da oggi, di atti più o meno grandi, ce ne saranno molti altri, perchè Roseto merita questa importanza grazie alla sua vivacità economica, sociale e culturale». Il direttore generale della Asl Roberto Fagnano ha messo in evidenza come le vecchie strutture non sono più conformi dal punto di vista della sicurezza, per cui il nuovo Dsb risponde sia a tali esigenze, sia alle necessità di sviluppo della medicina sul territorio. «La deospedalizzazione ci impone la necessità di un Dsb di qualità e su Roseto, in tal senso, abbiamo investito molto, aspettandoci un aumento del numero di prestazioni e verificando anche la disponibilità di una residenza assistenziale sanitaria (Ras) e di una Residenza assistenziale protetta (Rap) di circa 40-60 posti». Molto soddisfatto anche l’assessore regionale alle Politiche della Salute Silvio Paolucci che, politicamente, ha lavorato per questo traguardo che è stato portato avanti da un preciso indirizzo politico. «Peraltro questo intervento – ha dichiarato l’assessore – è importante per la Regione, perché dal punto di vista dell’assistenza si proietta in un futuro di maggiore attenzione verso le persone fragili, gli anziani soli ed i pazienti cronici o in condizioni di non autosufficienza. La Regione è stata brava a occupare questo spazio, prevedendo una residenzialità per anziani con titolarità pubblica in una fascia territoriale popolosa. Siamo stati dunque in grado di rispondere al fabbisogno con una operazione di grande respiro sotto il profilo della riqualificazione cittadina e sanitaria».

Perché un nuovo Dsb. Nasce sia dalla volontà di dotare la città di Roseto di una nuova struttura (in considerazione delle condizioni fatiscenti e inadeguate del vecchio presidio), sia dalla considerazione che l’assistenza medica attuale, in Italia, sta andando verso le strutture territoriali. Oggi, e sempre di più in futuro, ci si ricovera in ospedale solo per le emergenze e per la chirurgia programmata. Due terzi delle risorse economiche del Sistema sanitario sono a carico del territorio, quindi è strategicamente molto importante avere un Distretto come quello previsto dal piano sanitario regionale, propriamente definito come “Distretto della costa”.
L’iter amministrativo. A fine settembre il Consiglio comunale di Roseto ha provveduto a deliberare la cessione di proprietà del vecchio distretto alla Asl di Teramo. Si è trattato di un passaggio propedeutico al perfezionamento amministrativo degli atti poiché – in virtù di una legislazione preliminare – il distretto sanitario di base era considerato catastalmente di proprietà del Comune di Roseto. Tuttavia per effetto di una successione di legge (la 502 del 92 che ha introdotto l’aziendalizzazione delle unità sanitarie locali) questa proprietà è passata alle Asl come una sorta di atto dovuto. Il Comune ha provveduto così a formalizzare anche questo transito catastale in modo da cedere l’attuale distretto alla Asl e di arrivare ad un accordo di programma per il nuovo distretto sanitario che nascerà a Roseto sud, in Piazza Marco Polo, su un’area pubblica adiacente al palazzetto dello sport, vicino alla ferrovia, sarà in grado di intercettare tutto il bacino di utenza della Vallata del Vomano e di Pineto.
Caratteristiche. Il nuovo Dsb di Roseto sarà una sorta di mini-ospedale di 4.250 metri quadrati e avrà un valore complessivo di 4 milioni e 800mila euro, la cui realizzazione- come hanno spiegato nel corso della conferenza stampa il direttore Roberto Fagnano e Valerio Profeta – “… avverrà parte con un finanziamento pubblico, parte attraverso risorse della Asl, parte attraverso il co-finanziamento derivante dall’utilizzo della vecchio Dsb, che il Comune ha ceduto all’azienda sanitaria, e parte attraverso un appalto privato misto a permuta. Il progetto prevede anche un’area verde attrezzata di 1.200 metri quadrati ed un parcheggio di 2.100 metri quadrati, coperto da pannelli fotovoltaici per dare energia alle strutture”. Il nuovo Dsb, infatti, si comporrà di un primo corpo anteriore di due piani contenenti le strutture distrettuali ed i poliambulatori, e di un corpo posteriore di tre piani dove ci saranno la Ras e la Rap. L’area verde sarà compresa tra i due corpi e sarà fruibile in parte dal distretto, mentre una parte resterà ad uso esclusivo della Rsa, la cui gestione è sotto responsabilità organizzativa della Asl, ma i cui servizi potranno essere affidati a privati.
Come puntualizzano i due consiglieri Celestino Salvatore e Adriano De Luca, che hanno seguito da vicino l’iter insieme al sindaco Sabatino Di Girolamo, si tratta di una struttura destinata a ricoveri a bassa intensità per pazienti anziani o post operatori, dove la parte sanitaria è ridotta sostanzialmente alla sorveglianza del paziente. Inoltre, il Dsb conterrà il centro operativo del 118, le Uccp (Unità complesse di cure primarie) che sono associazioni di medici di base, le Ncp (Nuclei di cure primarie) e le Utap (Unità territoriale di assistenza primaria). Il polo sarà dotato di sportelli al pubblico (cassa, Cup, scelta e revoca medico, punto unico di accesso), di servizio di Assistenza domiciliare integrata, di Radiologia territoriale di primo livello, di Fisioterapia e di riabilitazione e di uffici distrettuali. Infine, ma non per ultimo, il Dsb conterrà anche la parte operativa dell’Aft (Aggregati funzionali territoriali) di quei medici che organizzano il servizio sanitario di base, unitamente al Distretto: dalle vaccinazioni alla medicina preventiva ai progetti di coordinamento ospedale – territorio.
Il bacino d’utenza. Nel Distretto Sanitario Di Base farà riferimento una popolazione di circa 200.000 (duecentomila) cittadini della fascia costiera appartenenti alla ASL di Teramo. La collocazione è stata definita nel Piano Sanitario Regionale che ha scelto Roseto, non solo perché è la città più grande della Provincia, ma perché è baricentrica rispetto al territorio che deve servire.