Questa è l’ultima camminata ecologica sulle colline della Val Vibrata; almeno per quest’anno. È una domenica di metà settembre, ma sembra essere in pieno agosto. Il piatto di spaghetti che mi offrono è ben al dente, proprio come piace a me. All’ombra di una pianta, qui nella cantina Strappelli, nell’ampio spazio dedicato agli ospiti, mangiare all’aperto è un piacere che non provavo da tempo. Il sugo è alla pecorara, buonissimo: un tocco di salsiccia dell’ottimo salumificio Costantini contorna il piatto. Siamo in ottanta, stanchi ed affamati, e mangiamo con l’appetito stimolato dalla lunga camminata. Ha organizzato tutto il Maestro di Nordic Walking Ubaldo Cola, percorso adatto a tutti, guide in testa e in coda, assistenza psicologica e non solo. Lo spirito di solidarietà è un elemento comune a tutto il gruppo.

Siamo partiti per un percorso di pochi km tra i vigneti della Cantina Strappelli, filari immensi di uva già matura, grappoli rossi di Montepulciano delle Colline Teramane distinguono il vigneto da quello del Trebbiano dal bel colore verdino o della Malvasia. I grappoli del Pecorino non riesco a vederli, forse è già stato vendemmiato. Il Pecorino di Strappelli è il miglior Pecorino d’Abruzzo: è questa l’idea che mi sono fatto negli anni degustando questo vino di nicchia; ne hanno reintrodotto la coltivazione dopo averla trascurata per anni a causa della scarsa produttività del vitigno, fino a quando si è considerato che la qualità spesso non va d’accordo con la quantità. Guido Strappelli è stato tra i primi a reimpiantare il vitigno da cui nasce poi la produzione dell’ottimo Pecorino Soprano.

È una giornata di caldo estivo, pur essendo a metà settembre, e camminare sotto il sole affatica un poco; per fortuna una brezza fresca ci accompagna per tutto il percorso dandoci non poco sollievo. Ciò nonostante siamo tutti sudati, il percorso si è allungato strada facendo, dai previsti sei chilometri abbiamo già superato abbondantemente i dieci. Una ragazza scivola sui ciottoli di un tratto in discesa, una leggera slogatura. Le slogature sono dolorose, lo sanno solo chi è incappato in esse. Per fortuna una guida tira subito fuori la busta del ghiaccio, presto l’incidente è solo un ricordo. Ora siamo qui a gustare un bicchiere di fresco cerasuolo, dopo aver calmato gli stimoli della fame con abbondanti stuzzichini a base di fritti vari, formaggi, affettati e pane casareccio. C’è anche una fetta di torta salata. E la sensazione di festa che si prova nello stare assieme.

 

Pasquale Felix