NOTARESCO – La vicenda della formazione delle classi nella scuola materna di Notaresco tiene ancora banco. Dopo la replica della Preside dell’IC di Notaresco Antonietta Battelli alla lettera-denuncia di Alberto Di Domenico è arrivata la risposta dello stesso.

Gentile dott.ssa Battelli, la ringrazio per la risposta che, almeno questa volta, contiene il giusto file allegato.
Le risponderò punto per punto:

1) Nessuno mette in dubbio il principio della continuità, tuttavia non è chiaro perché la stessa non si possa realizzare anche all’interno di classi eterogenee. Mi sembra evidente che tale principio sia da Lei svilito ed utilizzato in questo contesto saccentemente come una “foglia di fico”. Il fatto che la quasi totalità dei bambini che hanno frequentato il nido sia stata assegnata alla classe omogenea rende, de facto, la frequenza del nido l’elemento discriminante (cosa più volte venuta fuori nei colloqui tra le maestre ed i genitori). Le “richieste differenti” di cui Lei parla dovevano arrivare attraverso quale canale? E’ stato consegnato ai genitori un modulo che riportava questa voce? Perché sono certo che tale modulo non è stato consegnato ai genitori dei miei nipoti ed a quelli di altri bambini. Bisognava procedere a segnalare direttamente a lei o ad altri le “richieste particolari”? Nel caso, perché alcuni genitori non sapevano della possibilità di fare questa segnalazione? C’è stata un’equa gestione delle informazioni? Non ha pensato che l’accordo tra genitori avrebbe potuto portare gli stessi a mettere in atto una “catena di preferenze” (A vuole stare con B, B vuole stare con C, C con D e via discorrendo) atta a “blindare” la saturazione della classe omogenea? Possibile che nessun “gruppetto” di bambini del nido potesse essere inserito all’interno di contesti più ampi? Ai genitori è stato chiesto di indicare se preferivano che i loro figli fossero inseriti in una classe omogenea piuttosto che eterogenea? Prima di rispondere a queste domande, la invito a confrontarsi sul tema delle “segnalazioni” con le maestre, in modo da fornire informazioni in linea con quelle che sono state precedentemente date da loro a me ed ai miei congiunti.

2) E’ la prima volta che sento parlare di questa Commissione. Perché non ne ha parlato con mia sorella e mio cognato, venuti direttamente da lei? E’ evidente che le informazioni vengono centellinate e mi spiace dover constatare che il suo colloquio con i miei congiunti non è stato particolarmente generoso in questo senso.
Sul punto dell’assegnazione alle classi dei bambini (esclusi naturalmente quelli che andavano divisi in modo equo) Lei sostiene che è stata “giocoforza casuale”. E’ stata quindi fatta un’estrazione? E’ stata questa estrazione che ha portato i bambini del nido ad essere collocati “in blocco” nella classe omogenea (in barba alle più elementari leggi della statistica)? O i bambini del nido sono stati considerati “casi speciali” e collocati in blocco prima di procedere all’assegnazione degli altri? Trovo questo passaggio della sua risposta molto poco dettagliato, nonostante si soffermi lungamente su altri punti di minor interesse. Questo è il punto centrale di tutta la vicenda, non lo può liquidare senza spiegare nel dettaglio le procedure. Non può, poi, accusarmi di essere fazioso se sostengo che questa storia presenta grandi opacità che lei nella sua risposta non chiarisce minimamente.
La Commissione non ha pensato che sarebbe stato più egualitario poter anche solo ipotizzare di dividere i bambini del nido in più “blocchi”? In che misura la Commissione ha tenuto conto delle eventuali “richieste particolari”? I genitori che hanno protestato da Lei sono, forse, tra quelli che non hanno potuto esprimere preferenze?

3) Lei ritiene di dover spendere poche parole sulla così detta classe “VIP”. Sono curioso di verificare, se sui verbali è eventualmente stato riportato, quanti bambini i cui genitori hanno fatto “richieste particolari” sono presenti nella classe omogenea. Ripeto la domanda fatta sopra: perché sul modulo d’iscrizione non c’era un campo specifico per le richieste di questo tipo? Come andavano fatte queste segnalazioni? Tutti i genitori sono stati informati allo stesso modo? Ci tengo a sottolineare (e pensavo di averlo già fatto chiaramente nella precedente missiva) che la percezione della classe di “serie A” è un’illusione creata dalle modalità di assegnazione.

4) Gentilissima Preside, è probabile che nella concitazione del momento le sia sfuggita qualche parola a cui ha dato poco peso. Le garantisco che ci sono 3 genitori (ho già verificato) pronti a testimoniare davanti alle autorità, qualora Lei lo ritenesse opportuno.

5) Chiederemo di accedere agli atti, ne può star certa. Le faccio, intanto, qualche domanda alla quale sono certo vorrà rispondere per fugare ogni dubbio (così come sono certo che non ostacolerà la nostra richiesta di accesso agli atti): i bambini del nido sono stati sistemati nella classe eterogenea primo o dopo aver esaminato le eventuali “richieste differenti”. Le domande prive di “richieste differenti” sono state considerate in quale sequenza temporale rispetto a quelle prive di segnalazioni?

6) La ringrazio per le sue rassicurazioni: la percezione che Lei ha di sé, del suo lavoro e del rapporto con i genitori è di certo molto positiva. Confido nel fatto che anche quella che i genitori hanno di lei lo sia.

7) Spero che l’accesso agli atti mi permetta di leggere un verbale chiaro, che “anche un bambino” potrebbe capire, in cui tutti i passaggi (assegnazione diretta, segnalazioni, estrazione) sono descritti e riportati nel giusto ordine temporale. Spero anche che tale verbale sia stato correttamente protocollato. Se si è dato per scontato che un gruppo di bambini dovesse necessariamente essere inserito nella classe omogenea piuttosto che in quelle eterogenee, ne converrà, una discriminazione è stata fatta (il principio di continuità poteva essere rispettato anche con l’assegnazione a classi eterogenee). Come ho già scritto nella mia prima missiva, sono perfettamente consapevole che la modalità omogenea e quella disomogenea hanno entrambe pro e contro (la ringrazio per i suggerimenti di lettura, ma conoscevo già le fonti). Il punto, avrebbe dovuto capirlo, non è questo. Il punto su cui mi preme fare chiarezza è il rispetto del principio per il quale tutti i bambini debbano avere la stessa probabilità di essere assegnati all’una o all’altra modalità didattica, indipendentemente dall’iscrizione ad un nido e dalle eventuali segnalazioni. Probabilmente sta sottovalutando quanto il rispetto di tale principio egualitario possa essere importante. Se io le dicessi che, per continuità, tutti gli studenti che hanno frequentato le superiori a Chieti devono stare insieme e poi li iscrivessi in blocco a Medicina, mentre gli altri saranno distribuiti, dopo valutazione di un’apposita commissione, sui posti restanti di Medicina e i corsi di Biologia e Farmacia, lei cosa penserebbe? Lasciato salvo il diritto di questi ragazzi di stare insieme, non crede che sarebbe contestata l’assegnazione automatica a Medicina? Perché non Biologia? Perché non Farmacia? Non credo che il fatto che si parla di bambini di 3 anni debba far venir meno il principio che tutti questi bambini meritano la stessa probabilità di assegnazione a modalità didattiche che sono differenti e che hanno noti costi e benefici. La prego, non creda che la sua citazione del tutoring tra bambini mi possa far dimenticare i documentati effetti deleteri della noia dei bambini più grandi nelle classi eterogenee. La “Commissione” ne ha tenuto conto? Mi stupisce molto che una donna che ricopre una carica come la sua sia così convinta del proprio operato da non lasciare il minimo spazio al ragionevole dubbio.

La ringrazio per i preziosi suggerimenti, riportati in chiusura della sua missiva, su come impiegare il mio tempo: le assicuro che non considero affatto tempo perso quello che spendo nel confronto con i miei congiunti e con i miei concittadini attraverso i canali che reputo essere più opportuni, soprattutto quando i temi trattati sono quelli dei diritti e dei principi morali. Che tali modalità siano irresponsabili è sua opinione, che non condivido minimamente. Che le modalità d’interazione siano opache è evidente (Lei stessa ha dato ad alcuni genitori solo informazioni parziali) e che le discriminazioni siano avvenute è ancora da smentire. Se, infatti, dal verbale risulterà che i bambini del nido sono stati allocati automaticamente nella classe omogenea, allora sarà evidente che non tutti i bambini hanno avuto pari opportunità di accedervi. Il principio di continuità non giustifica l’assegnazione automatica ad una modalità didattica piuttosto che ad un’altra e se tale principio è stato utilizzato dalla Commissione come criterio di assegnazione, allora ci troviamo di fronte ad un comportamento discriminatorio.
Insisto sul fatto che, in 3 pagine di risposta dai toni molto accesi, lei non descrive mai le procedure che hanno portato alla formazione delle classi, limitandosi a sostenere che c’è una Commissione che ha provveduto. Non entra mai nel merito.
Spero infine che voglia accettare un mio suggerimento, anche se è evidente che mettersi in discussione le costa fatica: riveda i canali di comunicazione con i genitori, visto che è cosa certa che le informazioni non arrivano a tutti nello stesso modo.

Resto in attesa delle sue risposte alle domande che le ho posto, e sono certo che vorrà descrivere nel dettaglio le procedure di formazione delle classi in tutti i loro passaggi (cosa che non ha fatto nella precedente missiva), nel rispetto della trasparenza di cui si dichiara paladina.

Cari saluti

ADD