riceviamo e pubblichiamo (lettera firmata)

TORTORETO (TE) – Ieri abbiamo trascorso Ferragosto nel nostro presidio, dove da giorni portiamo avanti la protesta contro la chiusura di Betafence Italia che lascerebbe senza lavoro 155 persone più altrettante di indotto.
Questo giorno di festa l’abbiamo passata insieme, uniti nella difficoltà come nell’allegria, sostenuti dalla solidarietà di tanti.

Ancora non riusciamo a capire le ragioni di questa chiusura. Oltre a noi lavoratori della Betafence, tanti altri si pongono domande, tanti altri si trovano perplessi riflettendo su questa scelta assolutamente illogica. Come un nostro fornitore, che ieri è venuto a trovarci al presidio.

Anche lui non capisce, anche lui è sconvolto. Così tanto da scrivere, senza che lo sollecitassimo, una lettera alla dirigenza del gruppo Presidiad, a cui Betafence appartiene.

Una lettera in cui, scioccato, chiede perché una fabbrica che ha sempre lavorato così bene, che ha sempre rispettato i pagamenti e le scadenze e che ha mantenuto un’ineccepibile qualità dei prodotti, con assenteismo pressoché nullo e profitti continui, scelga all’improvviso di chiudere i battenti.
E noi, come lui, a queste domande vogliamo risposte, che non ci possono arrivare via email. Non possono mostrarcele in una slide come hanno fatto per annunciarci la chiusura.

Noi vogliamo guardare dritto negli occhi queste persone, vogliamo incontrarli, vogliamo che il nostro governo non si nasconda dietro uno schermo ma che con coraggio affronti, al nostro fianco, l’ennesima multinazionale che vuole lasciare questo Paese senza una vera ragione.
Perciò siamo contrari alla proposta di un incontro per via telematica, come proposto dal MISE.
E’ possibile tutelare la nostra salute incontrandoci al Ministero.

Saremo i primi a rispettare tutte le norme anti-Covid. Ma non è possibile, sia per il MISE che per Presidiad, nascondersi dalle proprie responsabilità.