ROMA – Nel 2020, la poverta’ assoluta in Italia colpisce 1,33 milioni di minori (il 13,5% rispetto al 9,4% degli individui a livello nazionale). L’incidenza varia dal 9,5% del Centro al 14,5% del Mezzogiorno. Lo rileva l’Istat. Rispetto al 2019 le condizioni dei minori peggiorano a livello nazionale (da 11,4% a 13,5%) e in particolare al Nord (da 10,7% a 14,4%) e nel Centro (da 7,2% a 9,5%). Disaggregando per eta’, l’incidenza si conferma piu’ elevata nelle classi 7-13 anni (14,2%) e 14-17 anni (13,9%, in aumento) rispetto alle classi 4-6 anni (12,8%) e 0-3 anni (12,0%, in crescita rispetto al 2019). Le famiglie con minori in poverta’ assoluta sono oltre 767mila, con un’incidenza dell’11,9% (9,7% nel 2019). La maggiore criticita’ di queste famiglie emerge anche in termini di intensita’ della poverta’, con un valore pari al 21% contro il 18,7% del dato generale. Oltre a essere piu’ spesso povere, le famiglie con minori sono anche in condizioni di disagio piu’ marcato.

Il valore dell’intensita’ della poverta’ assoluta – che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere e’ in media al di sotto della linea di poverta’ (cioe’ “quanto poveri sono i poveri”) – registra una riduzione (dal 20,3% al 18,7%) in tutte le ripartizioni geografiche. Tale dinamica e’ frutto anche delle misure messe in campo a sostegno dei cittadini (reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, estensione della Cassa integrazione guadagni, ecc.) che hanno consentito alle famiglie in difficolta’ economica – sia quelle scivolate sotto la soglia di poverta’ nel 2020, sia quelle che erano gia’ povere – di mantenere una spesa per consumi non molto distante dalla soglia di poverta’. Nel 2020, l’incidenza delle famiglie in poverta’ assoluta si conferma piu’ alta nel Mezzogiorno (9,4%, da 8,6%), ma la crescita piu’ ampia si registra nel Nord dove la poverta’ familiare sale al 7,6% dal 5,8% del 2019.Tale dinamica fa si’ che, se nel 2019 le famiglie povere del nostro Paese erano distribuite quasi in egual misura al Nord (43,4%) e nel Mezzogiorno (42,2%), nel 2020 arrivano al 47% al Nord contro il 38,6% del Mezzogiorno, con una differenza in valore assoluto di 167mila famiglie.

Anche in termini di individui e’ il Nord a registrare il peggioramento piu’ marcato, con l’incidenza di poverta’ assoluta che passa dal 6,8% al 9,3% (10,1% nel Nord-ovest, 8,2% nel Nord-est). Sono cosi’ oltre 2 milioni 500mila i poveri assoluti residenti nelle regioni del Nord (45,6% del totale, distribuiti nel 63% al Nord-ovest e nel 37% nel Nord-est) contro 2 milioni 259 mila nel Mezzogiorno (40,3% del totale, di cui il 72% al Sud e il 28% nelle Isole). In quest’ultima ripartizione l’incidenza di poverta’ individuale sale all’11,1% (11,7% nel Sud, 9,8% nelle Isole) dal 10,1% del 2019; nel Centro e’ pari invece al 6,6% (dal 5,6% del 2019). Per classe di eta’, l’incidenza di poverta’ assoluta raggiunge l’11,3% (oltre 1 milione 127mila individui) fra i giovani (18-34 anni); rimane su un livello elevato, al 9,2%, anche per la classe di eta’ 35-64 anni (oltre 2 milioni 394 mila individui), mentre si mantiene su valori inferiori alla media nazionale per gli over 65 (5,4%, oltre 742mila persone). Rispetto al 2019 la quota di famiglie povere cresce a livello nazionale in tutte le tipologie di comune, sebbene con alcune differenze a livello ripartizionale: al Nord aumenta – da 6,1% a 7,8% – nei comuni fino a 50mila abitanti (diversi dai comuni periferia area metropolitana) e nei comuni periferia delle aree metropolitane e comuni da 50.001 abitanti (dal 4,8% al 7,0%). Nel Centro a peggiorare sono le condizioni delle famiglie residenti nei centri area metropolitana, con un’incidenza che passa dal 2,0% al 3,7% mentre nel Sud l’incidenza di poverta’ cresce, dal 7,6% al 9,2%, nei comuni fino a 50mila abitanti (diversi dai comuni periferia area metropolitana) – AGI –