TERAMO – Un dato è certo: quando a Roma i vertici del calcio hanno a che fare con il calcio teramano, c’è sempre qualcosa di opinabile.
Non entriamo nel merito del ricorso ultimo rigettato, ma nelle pieghe dello stesso sì. Iniziamo dal fatto che nasce da un “errore tecnico” riconosciuto dallo stesso arbitro e che, pertanto, siamo dinanzi ad un ricorso motivato e più che legittimo e poi, premesso che si possa discutere sulla motivazione circa la mancata espulsione perché “ininfluente ai fini del risultato” (cosa non definita dal Regolamento), quel che ci sembra concettualmente iniquo è che sia il Città di Teramo a farsi carico dell’addebito della tassa di reclamo! Non conta l’importo, magari irrisorio, ma tentare una difesa in forza di una motivazione più che fondata, non dovrebbe avere costo zero?
Parliamo anche di sportività? Come sottolineato da un affezionato tifoso del “Diavolo”, quanto bello sarebbe stato se il calciatore in questione avesse lui stesso segnalato al direttore di gara d’essere stato ammonito due volte? Pensandoci bene si sarebbe guadagnato qualche rigo di menzione sulla stampa nazionale, il futuro prossimo dell’arbitro non avrebbe avuto “intoppi” e magari ci sarebbe anche scappato un applauso generale a fine partita, senza code che, ripetiamo, erano e restano giustificatissime.