Si temeva molto la gara con il “Monza superstar” ed invece, alla fine, avendo trovato il gran bel gol del vantaggio con Infantino a dieci minuti dalla fine, su uno spunto a destra di Ventola, si esce dal campo con un pizzico di rammarico di troppo, per quale che poteva anche essere, e non è stato. L’11 probabilmente è giusto, ma quel che conforta è l’aver ritrovato un buon Teramo, che ha sofferto nei dieci minuti iniziali il veemente assalto iniziale dei brianzoli (Reginaldo, D’Errico e Marchi pericolosissimi) per poi, gradualmente, cominciare a prenderne le misure, rischiando quasi nulla e proponendosi spesso in avanti grazie agli spunti di Ventola a destra, e del gran lavoro di Sparacello in avanti, bravissimo nel guadagnarsi una miriade di punizioni, utili ad interrompere le trame avversarie ed a far salire i suoi. Capitolo Gomis: bravo e sicuro ancora una volta ed autore di un mezzo miracolo al 37° del p.t., quando, da un cross di Chiricò da destra, Ventola impatta male la palla e rischia il clamoroso autogol: colpo di reni sensazionale e deviazione in controtempo e a mano aperta sopra la traversa. L’autorete avrebbe potuto cambiare il corso della partita. Perchè spendiamo lodi per Sparacello e per Gomis? E’ semplice: sono state scelte difficili, forse, anche per Maurizi, che però le ha fatte in maniera decisa, ed alla fine ha avuto ragione lui.

Abbiamo detto dell’avvio ospite, ma non ancora segnalato che già nel corso del primo tempo Ventola in particolar modo (speriamo non esca più dall’undici iniziale) si era fatto vedere dalle parti di Guarna al 28° (tiro fuori di poco) e al 44°, dopo una triangolazione InfantinoPersia (gran primo tempo, poi calato nella ripresa, dell’ex avezzanese), prima di reclamare un calcio di rigore allo scadere, probabilmente meno netto di quel che è apparso ai più.

Nella ripresa un paio di conclusioni dalla distanza di Anastasio non impensieriscono Gomis che le blocca a terra (4° e 12°), e poi il gran goal di Infantino, da centravanti vero, al minuto 34, che di testa devia imparabilmente in rete, anticipando tutta la difesa brianzola, il cross nato dal nulla del solito Ventola. E’ l’10 che farebbe da preludio ad un pomeriggio stellare se Ceccarelli (in campo da dieci minuti al posto di Chiricò), in mischia, tenendo palla una decina di secondi (quindi troppo…), non trovasse il palo lontano con una conclusione più precisa che forte: quasi un tiro sporco o sporcato, per la rete dell’immediato 11. Peccato, ma il pari ci sta. Molto meglio, invece, aver dato segnali incoraggianti di ripresa, per una squadra, il Teramo, che torna a manifestare vitalità e convinzione nei propri mezzi, ingredienti che erano venuti meno a Fano.

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