TERAMO – Un passaggio formale, ha detto il Sindaco Gianguido D’Alberto in apertura del suo intervento in Consiglio Comunale, quello di integrare la delibera del 2017 che fu accolta da tutti i Consiglieri, con l’inserimento di Villa Mosca tra le aree destinatarie della nuova struttura ospedaliera. Un’integrazione che consente di valutare la soluzione più adeguata, di considerarne possibilità, criticità e fattibilità, perché si arrivi a un ospedale tecnologicamente adeguato e di eccellenza, per una città capoluogo di provincia. Ma su tutto, ribadisce la maggioranza, pesano le risorse economiche che non consentono di realizzare un progetto interamente pubblico, ma devono fare i conti anche con l’intervento privato, (ovvero il project), in una lotta contro il tempo fondamentale per impiegare subito i fondi a disposizione, o immediatamente reperibili in ambito nazionale ed europeo, per avviare un progetto. Sostanzialmente d’accordo, sui contenuti generali legati alla necessità di avere un ospedale a Teramo, anche le opposizioni, per le quali però il passaggio non è “così tanto formale” visto che hanno rilevato, nell’atteggiamento dell’Amministrazione, una lentezza decisionistica, la mancata assunzione di ruolo nella determinazione e veicolazione delle scelte sul territorio e una certa approssimazione (forse) nella redazione della documentazione. Come se, a voler fare illazioni, le decisioni (sulla localizzazione a Piano d’Accio, ndr) fossero già state assunte e l’Amministrazione non volesse lasciare troppo spazio all’ipotesi che il sito di Villa Mosca possa entrare nell’interesse di un proponente privato. Ma le diverse posizioni trovano poi luogo, dopo una lunga sospensione, in un emendamento che raggruppa le diverse posizioni in campo e che dà mandato all’Ufficio tecnico del Comune e agli uffici preposti della Asl, a svolgere una valutazione comparativa di tutte le aree proposte per il nuovo ospedale, alla luce dei vincoli (ambientali, geologici e di infrastrutture) previsti dalle norme e di effettuare lo studio per la ridefinizione delle superfici, nell’area di Villa Mosca, tenendo conto di tutti gli spazi fruibili. E che dei risultati si informi il Consiglio comunale. Il quale, se ne evince, tornerà ad esprimersi nel merito delle scelte. L’emendamento è stato approvato a maggioranza, da 26 consiglieri, con l’astensione di Cipolletti, Cordone e Lancione in disaccordo sul metodo di concertazione e la frettolosità con cui è stato redatto, e il Consigliere Speca che si è allontanato dall’aula. La delibera di integrazione, così emendata, è stata poi approvata all’unanimità dei 30 presenti. Su tutto, la sensazione che il discorso non si è chiuso qui.

 

di Carla Dragoni