Ormai l’amore è finito. La neve, e il gelo, hanno raggiunto le pianure, a rinforzare quel lockdown che le regioni riescono a stento ancora a mantenere. I fidanzati non hanno più occasione di vedersi tanto spesso, gli innamoramenti finiscono. L’amore non viaggia più per cartolina, una frasetta copiata ogni quindici giorni, ora c’è WhatsApp e mille altre diavolerie per massaggiarsi ad ogni momento del giorno e della notte. L’amore è diventato una cosa virtuale. Basta cambiare SIM per cambiare partner. Il Covid è in aumento, diversificato, di seconda e terza generazione, i vaccini mai arrivati sono già obsoleti, dice qualcuno. Il contatto umano diventa ogni giorno più rischioso. La tentazione di perdere ogni speranza è forte; ma basta un attimo di riflessione, basta constatare che se siamo ancora qui è perché il genere umano non si è mai arreso, per riacquistare la forza necessaria per andare avanti e superare questo momento storico.

La vita per gli innamorati non è mai stata facile. Al mio paese, quando non c’era ancora l’acqua diretta, le donne andavano a riempire la conca ad una fontana appena fuori paese, e qui s’incontravano con i corteggiatori: ci voleva del tempo per riempire una conca e poi l’altra, e il tempo era quello che ci voleva per parlare, per conoscersi, per innamorarsi. Quella fontana era la Fontana degli Amanti, e i messaggi che lì si scambiavano gli innamorati erano più veloci delle cartoline, più immediati dei telefonini, più coinvolgenti dei social: uno sguardo dal vivo vale più di mille parole!

Oggi quella fontana è ammantata dalla neve, non c’è anima viva intorno. Ma a primavera, quando ci sarà appena uno spiraglio di bel tempo, tornerà qualcuno a sorseggiare la sua acqua limpida, a incontrare forse la sua anima gemella. Perché il mondo continua a girare, e finché gira il mondo continuerà a girare l’amore. No, l’amore non è finito, viaggia insieme alla speranza. E la speranza, lo sanno tutti, è l’ultima a morire.

Pasquale Felix

 

foto di Adler Felix