TERAMO – Questa mattina a Teramo il Comitato Difesa Ambiente Santa Lucia, l’Osservatorio Atriano e il WWF Teramo hanno tenuto una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione della discarica Santa Lucia di Atri dopo la recente decisione della Regione Abruzzo di non autorizzare il terzo ampliamento.

Di fronte alla manifestata volontà del Commissario del Consorzio Piomba-Fino, Laura D’Alessandro, di ricorrere contro la decisione regionale è lecito chiedersi: “Quando è il momento di fermarsi? Quando arriverà il momento di confrontarsi?”.

Per il Commissario, supportato dal tecnico Nicola Frattura, non sembrano esserci mai dubbi, non esiste la necessità di confrontarsi con gli altri. Ostinatamente si vuole portare avanti il progetto dell’ampliamento fino ad arrivare a promuovere un ricorso al TAR per prolungare una vicenda che va avanti da anni!

Nessuno di chi sta decidendo sul futuro di un territorio ha sentito l’esigenza di confrontarsi con la comunità che quel territorio lo vive. Lontani molti chilometri da Atri si programma l’ennesima aggressione, compromettendo il futuro di chi vive in questa terra, di chi qui ha qui le sue aziende agricole, di chi ha puntato sullo sviluppo sostenibile attraverso una riserva naturale di valenza europea.

Nelle varie dichiarazioni che si sono susseguite, il Commissario non ha mai fornito dati reali e oggettivi, limitandosi ad affermazioni quasi apocalittiche sul mancato ampliamento e su ciò che questo potrebbe comportare per la nostra regione.

La verità, però, è ben diversa: la discarica di Atri con la capienza di 360.000 mc di rifiuti in più non è necessaria alla nostra regione.

Per capirlo è sufficiente studiare i dati forniti dall’ISPRA, l’Istituto che a livello nazionale elabora per il Governo i dati sulla produzione e sulla gestione dei rifiuti (dati al 2018: https://www.catasto-rifiuti.isprambiente.it/index.php?pg=gestnazione).

L’Abruzzo ha 1.400.000 abitanti e può contare su 6 discariche (Magliano de’ Marsi, Sulmona, Atri, Chieti, Cupello, Lanciano) per una volumetria residua di 870.790 mc. A questa si aggiunge la discarica di Notaresco con oltre 400.000 mc già autorizzati.

Per dare un’idea della situazione delle altre regioni, la sola città di Roma, che conta circa 3 milioni di abitanti (2 volte l’Abruzzo!), potrebbe avvalersi di sole 5 discariche presenti in tutta la regione (Civitavecchia, Colleferro, Roccasecca e 2 a Viterbo) per una volumetria residua di 690.000 mc.

Dai dati del catasto rifiuti dell’ISPRA riferiti alla Regione Abruzzo, risulta che dall’anno 2015 al 2016 ci sia stata una decrescita del 7% nella produzione di rifiuto indifferenziato, con un ulteriore decremento del 5% nel 2017.