PESCARA – “Il consigliere Silvio Paolucci stia tranquillo: questo assessorato e l’intero governo regionale non perderà alcun finanziamento per l’edilizia sanitaria. Piuttosto forse è arrivato il momento di far sapere agli abruzzesi se il funzionario ministeriale che avrebbe dovuto firmare l’accordo di programma per i nuovi ospedali nel febbraio 2018, è ancora in missione intergovernativa all’estero”. L’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, replica al suo predecessore che aveva ipotizzato il rischio di disimpegno dei fondi destinati all’Abruzzo per i programmi di edilizia sanitaria. “A pochi giorni dalle elezioni politiche del marzo 2018 – ricorda la Verì – l’allora ministro Lorenzin venne a Lanciano in visita all’ospedale e annunciò che nel giro di qualche ora l’accordo di programma sarebbe stato firmato: l’unico impedimento era rappresentato dall’assenza del funzionario, che sarebbe rientrato a breve. Da allora sono passati quasi due anni e di quel documento non c’è traccia. Dalla visita della Lorenzin alle elezioni dell’attuale governo regionale è intercorso un altro anno, durante il quale non mi sembra che Paolucci abbia tentato di far apporre quella famosa firma, anzi a settembre 2018 è addirittura intervenuto nuovamente sui programmi di edilizia sanitaria”. Il riferimento è alla delibera del 28 settembre 2018, che ripropone la costruzione di 4 nuovi ospedali ad Avezzano, Lanciano, Vasto e Sulmona, la ristrutturazione di quello di Penne e la realizzazione della centrale del 118 all’Aquila. Totale: 283 milioni di euro. “Scelte programmatiche, tra l’altro in gran parte risalenti all’amministrazione Chiodi – continua l’assessore – tutte in astratto auspicabili e condivisibili, ma che necessitano di una più puntale verifica, sia per analizzare la compatibilità con i piani di fabbisogno di personale e sia soprattutto per la loro sostenibilità finanziaria, alla luce del fatto che la Regione Abruzzo, a causa della diminuzione della sua popolazione, ha visto ridotte le risorse del proprio fondo sanitario. Il provvedimento, infatti, ai fini della sua attuabilità, oltre al contributo pubblico di circa 150 milioni di euro, prevede una partecipazione del privato per circa 143 milioni di euro. Somme necessarie per cofinanziare le opere richieste, che poi dovranno essere rimborsate nelle forme dei canoni negli anni della successiva concessione. Allo stato delle odierne verifiche, il costo corrispondente ad una anticipazione di quel genere, per una durata media di 25 anni, ammonterebbe a non meno di 20 milioni annui a carico del bilancio delle Asl interessate. Il punto è che nelle deliberazioni approvate non c’è traccia di reali economie di gestione derivanti dalla realizzazione dei nuovi ospedali, con la conseguenza che i canoni si configurano tutti come maggiori costi a carico del servizio sanitario, visto che i minori costi di funzionamento non sono comunque tali da compensare i maggiori canoni. Tutto ciò è confermato anche dall’allora assessore Paolucci che il 2 febbraio dello scorso anno ha dovuto attestare che i canoni sarebbero stati garantiti dal bilancio regionale. Pertanto, prima di confermare eventualmente quelle scelte, è necessario effettuare una nuova verifica, sia sulla coerenza generale dell’iniziativa e sia dal punto di vista economico”. (REGFLASH