Il tribunale dichiara non doversi procedere per i reati ascritti essendo gli stessi estinti per prescrizione.  Trent’anni dopo, la prescrizione salva due uomini dello Stato che avrebbero dovuto indagare sui responsabili della strage di via D’Amelio, invece contribuirono a creare il falso pentito Vincenzo Scarantino, che la verità l’ha tenuta lontana per anni, accusando sette innocenti. sconteranno un solo giorno di carcere per quello che è stato definito il “più colossale depistaggio della storia d’Italia”: caduta l’aggravante di mafia dal reato di calunnia una condanna è ormai impossibile per il troppo tempo trascorso. Una beffa, l’ennesima di questa storia. Il processo durato quattro anni e più di cento udienze è stato una beffa. È stato il processo di tanti silenzi, di molte bugie e dei non ricordo.

A una settimana dal trentennale della strage di via D’Amelio “il più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana“, come dice la Cassazione, non c’è ancora nessun colpevole per il depistaggio delle prime indagini, causato dalle dichiarazioni del falso pentito Vincenzo Scarantino, il falso pentito che mise a verbale bugie e ad accusare ingiustamente degli innocenti, che poi furono condannati all’ergastolo per la strage. Un processo beffa boccia ora la procura di Caltanissetta, che parlava di “un depistaggio gigantesco” e “inaudito” che “ha coperto alleanze mafiose di alto livello” e aveva chiesto condanne a pene altissime. I giudici di questa beffa hanno ritenuto che si, gli accusati fossero consapevoli delle false accuse di Scarantino, ma che non abbiano agito allo scopo di favorire Cosa nostra.  E CHI ALLORA ?

Si, hanno costruito a tavolino una falsa verità sull’attentato costata la condanna a otto persone innocenti. Si hanno costretto, anche con la violenza, personaggi come Scarantino, piccolo spacciatore senza legami con la mafia, ad autoaccusarsi della strage e a incolpare persone estranee all’attentato. Si “…hanno avuto molteplici condotte e tutte estremamente gravi” ma nessuno di loro farà un giorno di carcere per la  strage di via D’Amelio “il più grande depistaggio della storia giudiziaria italiana”.

Scusate, dimenticavo, c’è il dramma di Ilary e Totti panacea per i guardoni della vita. Scusate c’è l’estate. E poi forse Borsellino si suicidò.