L’AQUILA – Si chiama ABRU, Abruzzo Biglietto Regionale Unico, e si propone di consentire a tutti i cittadini di muoversi con un unico biglietto a tariffa fissa di 1,40 euro con validità giornaliera, su tutte le linee, indipendentemente dalle tratte percorse e dai mezzi utilizzati (autobus, filobus, treni regionali) e dai concessionari esercenti il servizio.  Una proposta per riorganizzare il trasporto pubblico locale che viene avanzata dall’Opposizione del Consiglio regionale abruzzese. Oggi in Conferenza stampa a L’Aquila è stato presentato il progetto nel dettaglio, proponendo un metodo partecipativo che mette al centro dell’azione politica tutti i 305 Comuni abruzzesi. La proposta prevede la discussione e l’approvazione di un Ordine del giorno condiviso nei singoli Comuni, che potrebbe impegnare le Amministrazioni comunali a manifestare formalmente alla Regione Abruzzo la volontà di istituire ABRU, Abruzzo Biglietto Regionale Unico, al fine di semplificare la mobilità dei cittadini, incentivare l’uso del trasporto pubblico locale e tutelare l’ambiente. riducendo l’utilizzo delle automobili private e quindi contenendo le emissioni dei gas serra climalteranti.

“Questa iniziativa – spiega il Capogruppo Luciano D’Amico porta benefici nella lotta allo spopolamento delle aree interne, facilitando  la connessione tra Comuni, eliminando le disparità tra territori e riducendo i disagi di chi, per lavoro o studio, è costretto a muoversi per lunghi percorsi tra un Comune e l’altro. Lo sviluppo armonico di un territorio come quello della Regione Abruzzo, dipende dalla capacità di connettere le aree interne e montane con quelle litoranee e costiere, nella piena consapevolezza che le prime non possono prosperare se non connesse con le seconde, e che le seconde trovano una ragione d’essere nelle interconnessioni che riescono a instaurare con le prime”.

Esiste già un biglietto “unico” tariffario di 1,40 euro valido per l’Area Metropolitana di Pescara e Chieti indipendentemente dalla tratta percorsa, che agevola l’accesso ai servizi di trasporto pubblico all’interno di quest’area senza la necessità di acquisto di biglietti separati per tratte diverse, ovvero di tariffe diverse per diverse percorrenze. “Dobbiamo estendere questo modello a tutto il territorio regionale – continua il capogruppo – visto che l’attuale frammentazione del sistema delle concessioni e del sistema tariffario del trasporto pubblico locale, crea una difficoltà ingiustificata ai cittadini che utilizzano i mezzi pubblici. L’iniziativa si propone anche di ampliare le agevolazioni per i lavoratori pendolari e di rendere gratuito il trasporto per gli studenti frequentanti le scuole di ogni ordine e grado e le università, così come avviene in altre regioni italiane”.

“Il progetto, numeri alla mano, appare fattibile.  Analizzando i dati relativi al numero dei passeggeri e ai ricavi da bigliettazione del Trasporto pubblico in Abruzzo negli ultimi 5 anni – spiega D’Amico – si può osservare che, ad esempio, nel quinquennio 2018-2022, considerati i passeggeri trasportati e i ricavi da bigliettazione conseguiti, il ricavo medio per passeggero è pari a 0,97 €., valore che, pur risentendo  degli abbonamenti e delle agevolazioni già in essere, rende evidente la sostenibilità di ABRU. Le attuali concessioni sono in regime di proroga e sono in imminente scadenza, così come l’affidamento in house providing della TUA SpA, per cui al loro rinnovo è certamente possibile modificare gli schemi contrattuali passando dal modello attualmente impiegato ispirato al cosiddetto net cost, ossia ponendo a carico del concessionario sia il rischio industriale (andamento dei costi per approntare il servizio), sia il rischio commerciale (andamento dei ricavi da bigliettazione il cui realizzo è di loro spettanza), al modello gross cost, ossia ponendo a carico del concessionario il solo rischio industriale (andamento dei costi per l’approntamento del servizio) e mantenendo in capo alla Regione Abruzzo concedente il rischio commerciale (andamento dei ricavi da bigliettazione che verrebbero riversati al concedente)”.

“Il diritto alla mobilità – conclude D’Amico – rappresenta, oltre che una primaria prerogativa dei cittadini, la premessa per l’esercizio di ulteriori diritti fondamentali, quali il diritto al lavoro, il diritto all’istruzione, il diritto alla salute, perché senza potersi recare agevolmente sul luogo di lavoro, nelle scuole e nelle università, negli ambulatori e nei presidi sanitari, la possibilità del loro esercizio svanisce e si trasforma in una mera enunciazione teorica. Per questo diviene essenziale che la Regione Abruzzo, che ha competenza nel Trasporto Pubblico Locale, offra ai propri cittadini un sistema di mobilità che sia sostenibile nella triplice accezione: economica, che si traduce in un regime tariffario sostenibile dagli utenti; sociale, che assume concretezza nella promozione del benessere e della coesione sociale; ambientale che comporta una riduzione dell’impatto inquinante collegato alle emissioni di gas serra climalteranti”.

ASCOLTA LUCIANO D’AMICO