CASTELLALTO – Sciopero, questa mattina, dei lavoratori della Purem di Castellalto con presidio fuori la sede di Villa Zaccheo della multinazionale che, alla vigilia di un incontro sindacale, che avrebbe dovuto svolgersi oggi, ha comunicato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento collettivo dei lavoratori entro il mese di dicembre. 48 i lavoratori colpiti dai licenziamenti “senza alcuna spiegazione”, denunciano Natascia Innamorati della Fiom Cgil e Marco Boccanera della Fim Cisl che, solo qualche giorno fa, avevano espresso preoccupazione per i codici produttivi portati fuori dallo stabilimento di Castellalto, “senza alcuna compensazione in entrata di altri codici che potessero mantenere i livelli produttivi”.
“E’ inaccettabile – continuano i sindacalisti – la decisione della multinazionale che solo un anno e mezzo fa ha preso l’impegno, con parti sociali e istituzioni, di mantenere i livelli occupazionali e quelli produttivi. Una beffa, una presa in giro. Una azienda che sempre ha raggiunto i cosiddetti ‘budget’, fino all’ultimo mese, e che continua a fare utili importanti e oggi, invece, ci rendiamo conto di un atteggiamento sleale e scorretto”.
“Per gli incassi prodotti dalla Purem di Castellalto, la multinazionale avrebbe dovuto investire – precisa Natascia Innamorati – soprattutto nel settore dell’automotive le cui criticità sono indotte anche da questi atteggiamenti e dalle politiche statali ed europee che non prendono le misure adatte per contrastare questi atteggiamenti e queste situazioni”. Sotto accusa anche la Confindustria, soprattutto relativamente alle dichiarazione de presidente abruzzese Lorenzo Dattoli che ha parlato di “caso isolato” e di “situazione fisiologica”, e di “come sia giusto che un’azienda chiuda per via del costo del lavoro – aggiunge Innamorati – dimenticando che si parla di 48 persone, 48 famiglie che non avranno alcuna garanzia di lavoro, né cassa integrazione, chiudendo l’azienda, solo l’indennità di disoccupazione”.
“La multinazionale apre una voragine nell’intero settore dell’automotive teramano – dice Marco Boccanera – voragine difficile da colmare. Questo fanno le multinazionali e se pensano di risolvere la questione con quattro spiccioli si sbagliano. Grazie alle promesse fatte un anno fa, i lavoratori hanno comprato casa e contratto mutui. E oggi viene messa in discussione la loro dignità, mettendoli fuori dal cancello come un sacco di spazzatura”.
A portare solidarietà, ma non solo, questa mattina al presidio dei lavoratori, anche il segretario provinciale del Pd Robert Verrocchio e il consigliere regionale Dino Pepe, che si è impegnato a portare la questione in Regione.
I sindacati, intanto, hanno annunciato che chiederanno un tavolo regionale istituzionale. Insomma, la battaglia per salvare il lavoro non si fermerà qui.
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