TERAMO – Questa partita il Teramo non poteva, né doveva fallirla, contro una squadra praticamente in Serie D e che veniva da 10-sconfitte-10, consecutive! Tanta generosità e qualche spunto offensivo da parte dei locali, che hanno giocato con il solo coltello tra i denti; privo di spunti offensivi, il Teramo, che avrebbe dovuto fare un solo boccone di chi, in casa, aveva perso 12 partite e che appena mercoledì scorso ne aveva presi sette a Terni.

Il Teramo che perde anche laddove era quasi impossibile uscire sconfitti, denota tutta la propria pochezza in zona goal e, oggi, anche nelle trame d’attacco, mai efficaci; nessuna scusante da parte di nessuno. L’impegno non è mancato, questo sì, ma basta? Assolutamente no.

Paci cambia inizialmente modulo, rispetto all’usuale, e mette in campo i suoi con il 3-5-2. In difesa Trasciani, Diakite e Piacentini; centrocampo con Lasik  a destra e Cappa a sinistra, in mezzo Arrigoni e Santoro con Mungo dietro a Pinzauti e Bombagi. L’escluso vero è Costa Ferreira (magari per non spremerlo oltremisura – ndr), più che Vitturini.

Sarà un caso, ma per tutto il primo tempo è mancata una sola idea vera, anche se il Teramo tenta l’arrembaggio; è di quelli che, però, non creano nulla se non una verticalizzazione di Santoro per Mungo in piena area, ma il centrocampista è in ritardo. La Cavese, che sembra rassegnata dall’avvio, trova invece uno spunto con Bubas servito in verticale, al 17°, il quale calcia da posizione molto defilata, chiamando Lewandoski ad una respinta non agevole. Prende un po’ di coraggio la formazione di Maiuri che, al 23°, passa in vantaggio sugli sviluppi di un corner che nessuno riesce ad allontanare: in mischia Lancini lo rovescia a caso ma serve il solissimo, a 3 metri dalla porta, Matino, che butta dentro la palla dell’1-0, che poi sarà quella decisiva.

Il Teramo accusa oltremisura il colpo e si perde quasi completamente, non riuscendo a costruire davvero nulla, anzi, al 40°, su una delle punizioni più stupide del mondo, causata da Cappa vicino alla bandierina di sinistra, il classe 2000 Pompetti calcia a sorpresa sul primo palo colpendolo di netto, con Lewandowski che nulla avrebbe potuto.

Insomma, il risultato è giusto ed anche i cambi della ripresa, in casa biancorossa, non sortiscono effetti concreti in attacco, con Kieremateng per Pinzauti e Vitturini per Trasciani (perchè? – ndr).

L’unica palla buona capita a Mungo, dopo cinque minuti, ma da un assist di un avversario, con Kucich che gli chiude lo specchio della porta in uscita alta. Ci si mette poi anche l’arbitro a negare una punizione dai 16 metri a Cappa (schiantato in terra – ndr) ed  un possibile calcio di rigore per fallo dello stesso Kucih in uscita bassa su Kieremateng al 14°, con Matino che ha la peggio.

Col passare dei minuti la Cavese si chiude sempre più ma il Teramo è innocuo; Paci butta dentro tutti, da Costa Ferreira a Di Francesco a Gerbi, ma non ce n’è. E’ anzi la compagine campana a sfiorare il 2-0 con Bubas a metà ripresa, il quale gira male sul fondo un cross spiovente da sinistra. L’ultimo tentativo biancorosso è di Diakite al 32°, su un cross di Vitturini, da sinistra; fuori.

Dopo un interminabile recupero, il Teramo deve coprirsi il capo di cenere. Una figuraccia a Cava dei Tirreni, contro una formazione modesta e piena di problemi e con un piede e mezzo nei dilettanti, senza riuscire neppure a poter disputare i play-out.

Basta? Si, molto opportunamente.