Da una parte la squadra che ti aspetti, il Picerno, che sta lì ed è pronta a ripartire: dall’altra il Teramo che palleggia bene, guadagna metri in campo per gran parte del primo tempo, ma appare sempre vulnerabile, anche di più, sulle ripartenze (o contropiedi, fate voi) altrui. Forse non sarà un caso che Tedino, confermando i 10/11 della formazione che aveva battuto domenica il Bisceglie, avvicendando il solo Magnaghi (in settimana febbricitante) con Cianci, da assertore convinto del fatto che per vincere bisogna sempre giocare benissimo, non abbia preso in considerazione quel modulo più attento di Francavilla Fontana, laddove si vinse con un pizzico di buona sorte, agevolando pertanto la gara degli avversari. Oggi nessun episodio è girato per il verso giusto: in fondo se il Picerno non avesse sbloccato la gara con un rigore dubbio, nato da un angolo che era figlio di un calcio di punizione dal limite altrettanto dubbio (Cristini il fallo lo subisce, non lo commette), la gara avrebbe potuto anche prendere una piega diversa. Ma è il calcio del dopo ed allora diciamo che la sconfitta va accettata, anche perché un 3-1 non può ammettere giustificazioni. In un sol colpo, quindi, si mettono alle spalle le cinque vittorie precedenti (4 in campionato) e pur non facendo drammi, va detto che perdere contro una matricola di bassa classifica, prendendo tre goals che potevano essere di più (anche il Teramo avrebbe potuto segnarne più d’uno – ndr) e contro una squadra dal badget molto, ma molto diverso, in basso ovviamente, dà fastidio, eccome! Nella sconfitta sul campo di Potenza, dove per quest’anno non si giocherà più (per fortuna), va ricordato che l’undici dell’ex Caidi, prima del rigore, si era già reso pericoloso al 9° con Pitarresi (contropiede e miracolo di Tomei), al 12° ancora con lo stesso (tiro alto, dopo azione in contropiede), con Santaniello al 36° su cross di Guerra. Nel mezzo un palo di Bombagi col portiere rimasto fermo, al 23°, una conclusione del più che evanescente Cianci al 24°, bloccata da Pane, ed un’altra conclusione dello stesso centravanti lanciato da Mungo, sbilenca. Poi il rigore molto dubbio concesso dal “primo anno” Giaccagna di Jesi e trasformato da Esposito, cambiare in peggio la partita, al minuto 39. Nella ripresa subito pericolosi i padroni di casa con Esposito dopo tre minuti (in contropiede) e poi il 2-0, con Calamai, che entra in area dalla sinistra, alza la testa, osserva dove dover mettere la palla e lo fa, senza essere contrastato: per Esposito è doppietta e per Tedino è tempo di cambiare… Difesa finalmente a 3 (o a 5 fate sempre voi) con gli innesti di Iotti e Florio per Mungo e Tentardini, ma oramai la gara ha preso una brutta piega. Al 13° ancora un’occasione per Melli, non sfruttata, poi entrano Martignago e Magnaghi e dopo un colpo di testa di Cianci che sfiora il 2-1, la rete della speranza arriva davvero, con Magnaghi, al quarto centro stagionale. Nasce da un cross di Costa Ferreira deviato e da una spizzata sporca in area di un difensore locale: la palla che arriva sul piede sinistro dell’ex Pordonone è incrociata benissimo, per il 2-1. Due minuti dopo Cianci non impatta di testa un bel cross di Cancellotti ma al 37° Santaniello, che ha sempre giocato e segnato in Serie D, servito in area da Kosovan, si beve tutta la difesa, Tomei incluso, ed entra quasi in porta con la palla! E’ il goal del 3-1 che scrive la parola fine sulla brutta (tatticamente parlando) prestazione del Diavolo. Avremmo ribadito il concetto anche se la palla di Lasik, al minuto 41, non avesse fatto la barba al palo e se la partita avesse avuto un epilogo numerico diverso. Sempre passo indietro sarebbe stato.