TERAMO – Il comparto dell’automotive scende in piazza il prossimo 18 ottobre, con una manifestazione e uno sciopero nazionale dopo 20 anni dall’ultimo sciopero di comparto. Ciò a significare quanto preoccupi la crisi del settore che colpisce in particolare le aziende del teramano, nella cosiddetta “valle del tubo”. Coordinamento delle lavoratrici e dei lavoratori, in qualità di RSU, con i segretari generali di Fim Cisl e Fiom Cgil, Marco Boccanera e Natascia Innamorati e le istituzioni, questa mattina in Provincia di Teramo per spiegare le ragioni che mettono in difficoltà il settore e che portano allo sciopero. La mancanza di politiche industriali, i bassi volumi di commesse stanno determinando l’interruzione di tanti contratti interinali e l’aumento esponenziale di ore di cassa integrazione, spiegano i sindacalisti, riducendo fortemente i salari per un comparto che, nelle diverse aziende del nostro territorio, coinvolge circa 2.000 persone “con 150 interinali che sono già tornati a casa”, precisa Boccanera.
Anche l’atteggiamento della Regione, trova il disaccordo del comparto, soprattutto le dichiarazioni del presidente Marsilio sulla transizione all’elettrico, che “deve essere rimandare o addirittura tornare indietro, ma non siamo d’accordo perché riavvolgere il nastro oggi sarebbe più disastroso della transizione stessa”, continua il sindacalista Cisl.
Il 18 ottobre, quindi, tutti a Roma “per chiedere al governo di trovare soluzioni per salvaguardare il settore”.
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