A proposito di ricostruzione e di bonus, però, l’Arch. Di Marcello lancia un allarme: “Il superbonus ha attivato numerose imprese, del territorio e non, che stanno prendendo numerose commesse relative a grandi edifici. Si rischia di vedere esclusi, visto anche il limitato arco temporale di durata del bonus (dicembre 2021), seppure sia prevista una proroga di due anni, gli edifici medio piccoli. Inoltre c’è la concreta possibilità che i cantieri della ricostruzione, soprattutto quelli della ricostruzione leggera, non trovino imprese edili disposte ad accollarsi lavori di qualche decina di migliaia di euro, essendo impegnate con i più remunerativi cantieri legati all’efficientamento energetico e al miglioramento sismico”. Secondo l’Ordine degli Architetti, quindi, è necessario che i termini del superbonus vengano ampliati per permettere ad una più vasta platea di utenti di mettere in sicurezza i propri edifici includendo, quando possibile, anche quelli danneggiati dal sisma rendendoli energeticamente efficienti.
“Facendo una proiezione sui costi per lo Stato il rapporto con i benefici, non solo economici, è tutto a favore di un’ampliamento temporale del beneficio, che potrebbe essere esteso anche ad immobili non abitativi. A questo va però aggiunta anche una disciplina urbanistica che blocchi il consumo di suolo, in una sorta di lockdown edilizio che faciliti il recupero (anche con demolizione e ricostruzione) degli edifici esistenti e scoraggi la realizzazione di nuove costruzioni. Da anni attendiamo una legge nazionale – aggiunge Di Marcello – ed una legge regionale, sul consumo di suolo. E’ arrivato il momento di scriverla ed approvarla, perché senza pianificazione anche il miglior incentivo fiscale diventa poco efficace”.