Mi chiedevo l’altro giorno perché non ci sono più i fiori di una volta! Invece un amico, Nino, mi manda una foto su WhatsApp a dimostrarmi che ci sono ancora: basta andare a Castelluccio e rimanere estasiati…. I colori sono così belli che sembrano appartenere a un cartone animato: mi torna in mente il cartone di Walt Disney, Alice nel paese delle meraviglie, la magica favola di Lewis Carrol!  Vedo Alice infilarsi carponi nel campo dei fiori, sparire nel mezzo degli alti ed esili steli, rincorrere il Bianconiglio e perdersi in quel dedalo di profumi e di colori. Io e Nino siamo più di due amici, ci siamo conosciuti sui banchi di scuola dei primi anni del liceo: poi lui è andato avanti e io sono rimasto indietro, anche se ognuno ha poi trovato la propria via nella vita; ci siamo però ritrovati ogni tanto di fronte a un piatto di lenticchie di Castelluccio scambiandoci le nostre confidenze, ridendo felici delle nostre avventure, più spesso delle nostre disavventure!

Ad essere sinceri, spesso a capodanno abbiamo cotto anche le lenticchie di Colfiorito e, quelle che più sono vicine al nostro cuore abruzzese, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, piccole e saporite, un Presidio Slow Food per la loro biodiversità. Nascono infatti solo qui, alle pendici del Gran Sasso, un tesoro nascosto tra i fiori, una produzione di nicchia, solo per intenditori. E per i fortunati che riescono ad acquistarne.

-Fermati Bianconiglio, dove vai?- continuo ad immaginare Alice trafelata che insegue il coniglio con in mano un enorme orologio. -Vado a raggiungere i convitati al cenone a casa di Nino, prima che mangino tutte le lenticchie! Devo essere là prima di mezzanotte!
Ma c’è tempo ancora, la raccolta inizia a fine luglio, la mietitura a mano come una volta, come già dall’anno mille per quanto è dato saperne, senza la contaminazione dei motori dei mezzi meccanici, solo nel silenzio delle valli montane rotto a tratti dal suono piacevole di un vecchio canto abruzzese.

 

 

di Pasquale Felix