Un Orso bruno marsicano a Case pente di Sulmona, sito sciaguratamente scelto, benché in zona sismica 1 (massimo rischio della scala), per la realizzazione della Centrale di compressione del gasdotto Snam. Segnalazione verificata e validata dagli addetti ai lavori e confermata da una comunicazione arrivata al Focal point della Rete di monitoraggio dell’Orso bruno marsicano dai Carabinieri forestali.
L’osservazione non fa che confermare quanto da tempo le Associazioni ambientaliste e le Amministrazioni comunali affermano rispetto alle evidenti criticità del progetto Snam e ribadisce l’assurdità della realizzazione di tale opera in un’area di indubbio pregio naturalistico. Non a caso nel ricorso, redatto dall’avv. Francesco Paolo Febbo, presentato da WWF e Legambiente per l’annullamento della Deliberazione del Consiglio dei Ministri per l’autorizzazione alla costruzione della Centrale Snam, viene testualmente riportato “… va altresì osservato come alcuni studi rilevino anche che nella fase di cantiere, e in alcuni casi (centrale di compressione) anche in modo permanente, l’opera in oggetto comporterebbe una frammentazione ambientale con non trascurabili conseguenze sulla mobilità faunistica in un’area, la Valle Peligna, di grande rilievo per le connessioni tra il Parco Nazionale della Majella, il Parco regionale Sirente-Velino e il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, con particolare rischio per specie prioritarie, a cominciare dall’orso marsicano, a grave rischio di estinzione…
Se mai ce ne fosse stato bisogno, la segnalazione della presenza dell’Orso a Case Pente non fa che confermare l’importanza dell’area come corridoio di espansione di questa specie, la cui sopravvivenza è legata proprio alla possibilità di aumentare il proprio areale al di fuori della core area, la zona cioè dove la presenza è accertata e confermata da tempo, come quella del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e dintorni.
La conservazione dell’Orso è una priorità assoluta per la Regione Abruzzo, ma anche per il Ministero dell’Ambiente e per l’Europa. Tutte le opere che possono interferire con la diffusione della specie, contrastandone l’espansione a causa del disturbo provocato, delle barriere introdotte, della frammentazione dell’habitat vanno dunque attentamente valutate ed evitate, in nome di quella che dovrebbe essere una priorità assoluta di gestione del territorio e di coerenza alla vocazione naturalistica e ambientale che indubbiamente la Valle Peligna può vantare.
A oggi il ricorso delle Amministrazioni comunali e delle Associazioni ambientaliste è stato rigettato; l’istruttoria per il rilascio dell’AIA è attualmente in fase di svolgimento e si concluderà con una conferenza di servizi, nella quale tutte le istanze e le criticità evidenziate dovranno essere assolutamente riportate. Nella fase istruttoria, tuttora in corso, non si può non considerare come siano continue le evidenze che fanno emergere la necessità di riaprire la procedura di VIA, in quanto quella effettuata è ormai vecchia e superata dal tempo, era stata concessa con molte prescrizioni e risulta realizzata in modo frammentario, riferita cioè alle singole tratte e non con un procedimento che abbia una visione complessiva dell’opera! Solo una nuova e aggiornata procedura potrà fornire gli strumenti necessari ad assumere decisioni calate sull’attuale contesto politico e ambientale.
È quanto mai opportuno, anche alla luce della presenza dell’orso, ora pienamente confermata, che il Ministero dell’Ambiente faccia sentire la propria voce e che anche la Regione Abruzzo prenda una posizione chiara in difesa del territorio e dei veri interessi degli abruzzesi. Il governo nazionale e quello regionale si muovano, e con urgenza, sia rispetto all’iter del ricorso sia in vista della conferenza di servizi, in modo da scongiurare la realizzazione di questo progetto, enormemente dannoso dal punto di vista della tutela della fauna e certamente non solo per questo. Cittadini e istituzioni del territorio, affiancati da sempre anche da WWF e Legambiente, hanno in mille occasioni rappresentato la loro avversità a un’opera sostanzialmente inutile e comunque contraria alla visione di sviluppo e programmazione che l’Abruzzo si è posto come obiettivo. È ora di ascoltarli…