Tornano a Pescara fino a domani 1000 Kg di agrumi contro mafia e sfruttamento a sostegno dei piccoli produttori siciliani e dei popoli del Rojava.
Nel nostro Paese ogni anno migliaia di schiavi della terra vivono e lavorano in condizioni disumane. Per questo abbiamo deciso di distribuire tramite un canale del tutto autorganizzato gli agrumi di piccoli produttori siciliani tra la pianura di Catania e le prime colline dei Monti Iblei, che ha il suo cuore produttivo nei comuni siracusani di Francofonte, Lentini e Carlentini.
Caporalato e lavoro nero sono la regola nella raccolta delle arance, come dei pomodori in Puglia, tanto delle mele in Trentino quanto dell’uva in Piemonte e degli ortaggi nel vicino Fucino. Ghetti senza acqua né luce, guerra tra poveri e sfruttamento, è questa la lunga filiera che porta il “Made in Italy” sugli scaffali del mondo garantendo i profitti alle grandi aziende e lasciando le briciole per tutto il resto. La grande distribuzione stabilisce il prezzo di acquisto dai produttori, un prezzo-ricatto che le imprese sostengono con l’abbattimento dei costi di manodopera, il lavoro nero e grigio, la criminalità organizzata e il caporalato a dettar legge.
In risposta a tutto questo anche quest’anno Rifondazione Comunista e i Giovani Comunisti di Pescara hanno deciso di distribuire tramite un canale del tutto auto-organizzato le arance rosse IGP tarocco di Francofonte. Sostenendo i piccoli produttori che privilegiano le produzioni tradizionali, rispettando i cicli ambientali. Per offrire un’alternativa praticabile ai piccoli contadini siciliani, per far capire coi fatti che la soluzione alla crisi non nasce dallo sfruttamento verso chi è più debole ma da solidarietà e cooperazione sociale. Per la resistenza contadina, per contrastare l’accaparramento dei terreni ad opera di speculatori e multinazionali.
1000 Kg di arance sono in distribuzione fino a domani domenica 10 febbraio dalle ore 10 alle ore 13 e dalle 15,30 alle 19 in via Tedesco 8. Oltre a sostenere i piccoli produttori siciliani, il ricavato della vendita sarà destinato alla lotta di liberazione del popolo curdo e dei popoli del Rojava. In particolare a Uiki Onlus e al progetto dell’associazione Ya Basta “Kobane Roots”. Il progetto punta alla rimessa in vita di 15000 ulivi presso la città di Kobane. La guerra combattuta all’Isis ha prodotto migliaia di morti e sfollati ed ha lasciato un territorio ferito e martoriato, un territorio che deve rinascere, a partire dall’economia locale, Noi, a 4 anni di distanza non dimentichiamo e non abbandoniamo chi ha liberato Kobane, e a 20 anni dall’arresto di Abdullah Öcalan, in isolamento nel carcere turco di Imrali Island nel Mar di Marmara, continuiamo a chiederne la liberazione insieme a tutti prigionieri politici nelle carceri turche, per il confederalismo democratico, per la libertà e la pace nel Medio Oriente,
Nazionalismi e razzismi non hanno mai fermato lo sfruttamento. La nostra ricetta invece si chiama la solidarietà, non ha né confini ne barriere, e mette insieme tutto ciò che il neoliberismo divide. L’evento su facebook https://www.facebook.com/events/507713369752276/