TERAMO Finalmente nelle scelte politiche teramane ascolto con piacere che si inizia a parlare di riqualificazione e di ristrutturazioni di luoghi che ci parlano del nostro classico ieri e non solo. Io personalmente, ormai sono oltre ben 15 anni che da comunista (Rifondazione) mi batto per tali scelte urbanistiche e contro appunto la politica di cementificazione ed affaristica che e’ andata avanti in tutta la cittadina teramana dai tempi delle vecchie amministrazioni a guida democristiana ed arrivata sino ad oggi, con il risultato della devastazione dell’intero patrimonio urbanistico storico della intera cittadina.
Esempio su tutti la distruzione dell’antico teatro.
Per questo plaudo a chi oggi parla di rimessa a norma dell’Istituto Regina Margherita e tutto il suo giardino di oltre are 77,70 ieri intera area verde e vigneto, oggi in gran parte cementificato. Importantissimo sito teramano che in un recente passato la destra teramana voleva cementificare per qualunque altro costrutto sicuramente inadeguato e privo di equivalente valore. Ma nello stesso tempo vedo che per il vecchio psichiatrico di Circonvallazione Ragusa, per il vecchio “Ospitaletto” di Corso Porta Romana, se pur lentamente qualcosa si e’ mosso, secondo appunto quella linea di rimessa a norma e per poter arrivare alla creazione di quella “cittadella della cultura”, per esempio, da noi comunisti per prima reclamata, dai tempi in cui altri optavano per scelte commerciali e affaristiche oltraggianti lo stesso sito di Circonvallazione Ragusa.
Credo di dire a ragione di perseverare per tali scelte e suggerisco altri siti come il “ritiro conventuale” del Ravasco in viale Cavour – il giardino bellissimo di quella struttura non può essere adibito a magazzino edile, con palanche, ferri vecchi di bancate abbandonati e vecchie betoniere in disuso; il vecchio comunale di calcio, struttura da adibire per la scuola calcio dove i ragazzi vanno a giocare a piedi. Tutto l’intero sito archeologico della Cona ed il suo percorso della via Sacra romana e il suo parco archeologico da tempo buttato ai rovi e alle erbacce. La pineta dietro l’ospedale Mazzini, dove continuano i tagli degli stessi pini, senza alcuna adeguata e legale ripiantumazione. Concludo col dire che non e’ da tutti avere un ospedale con pineta e se poi consideriamo l’obbrobrio di quel parcheggio costruito lì di traverso sul davanti dello stesso Mazzini, e della manutenzione del suo intorno… non faccio paragoni con ciò che c’era prima, ne’ ho parole.
Mario Ferzetti