TERAMO – Apprendiamo con stupore di una storia di un salvataggio epocale da parte dell’assessore Quaresimale, che ci risulta nuova. Per due motivi. Primo perché la Betafence non è salva. Non lo è mai stata. Non abbiamo mai avuto questa garanzia, per qualcuno presunzione. Salvataggio per noi significa una cosa ben diversa.

In secondo luogo, perché il mantenimento del sito (non chiamiamolo “produttivo”) su Tortoreto è stato ottenuto grazie alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori. Non certo dalla politica. Ascriversi questo significa non avere rispetto di quei lavoratori che hanno perso salario e hanno combattuto per ottenere quello che la politica gli ha negato.

All’Assessore certamente gli va riconosciuto un impegno maggiore rispetto al suo predecessore, ma era difficile fare peggio.

Il comunicato in zona Cesarini di Quaresimale sembra essere un autogol. Proprio in forza di quel rapporto che descrive, sarebbe stato corretto ed opportuno sentire le OO.SS., anziché l’azienda, gli avremmo spiegato volentieri come stanno le cose.

A questo punto, ci aspettiamo che l’Assessore, nell’esercizio delle proprie funzioni e della attenzione che dice di avere sulla mai chiusa vertenza Betafence, convochi chi davvero tesse le fila del sito tortoretano, il Ceo della Praesidiad (il fondo che gestisce Betafence), Dino Koutrouki, unico modo per dare un concreto apporto alla vicenda che non sia solo di facciata.

Le Segreterie Provinciali
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di Teramo