TERAMO – I dati 2020 del Salvafratino Abruzzo, progetto promosso dall’Area Marina Protetta “Torre di Cerrano” e WWF Abruzzo per la tutela del Fratino, confermano quanto la costa teramana sia fondamentale per la conservazione della specie in Abruzzo.

Dei 43 nidi riscontrati nella stagione 2020, ben 34 sono stati individuati dai volontari in provincia di Teramo: 16 nidi nella Riserva regionale del Borsacchio a Roseto degli Abruzzi, 13 a Pineto nell’Area Marina Protetta Torre di Cerrano, 3 a Giulianova e 2 ad Alba Adriatica. Ed è molto probabile che i nidi siano stati anche di più (e questo vale per tutta la costa abruzzese), considerate le difficoltà che quest’anno i volontari hanno avuto a muoversi per i monitoraggi durante il lockdown. Fondamentale è stato il contributo della Guardia Costiera che ha consentito di effettuare dei controlli anche durante la fase di chiusura, grazie all’interessamento del Comandante Claudio Bernetti, a capo della Capitaneria di Porto di Giulianova fino allo scorso luglio.

I dati 2020 segnalano l’importanza della costa teramana, ma caricano anche di responsabilità gli amministratori comunali chiamati a mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la conservazione di questa specie in forte riduzione in tutta Italia. Una responsabilità che hanno anche coloro che operano sul litorale ad iniziare dai balneatori che possono svolgere un ruolo importantissimo per proteggere i nidi e i pulli, i piccoli di Fratino che abbandonano i nidi subito dopo la schiusa e che sono particolarmente vulnerabili.

Le pulizie meccaniche delle spiagge, il disturbo arrecato dai cani lasciati senza guinzaglio e anche la predazione naturale di volpi e corvidi sono i principali “nemici” del Fratino: su quelli di origine antropica è più facile agire ed è necessario farlo. Così come è necessario che gli interventi di ripascimento o movimentazione di sabbia sulla costa siano condotti solo dopo un esame dei loro possibili impatti su habitat e specie a rischio di scomparsa come il Fratino o le piante pioniere delle zone dove si sta ricostruendo la fascia dunale.

Fortunatamente ci sono segnali positivi che fanno ben sperare: seguendo l’esempio della “Spiaggia del Fratino e del Giglio di Mare” promossa ad Alba Adriatica dal Comune e dal WWF, pochi giorni fa anche il Comune di Giulianova ha deliberato l’istituzione di un’area dedicata al Fratino in zona Molo Sud, la nuova “Oasi del Fratino e della Camomilla di mare”. Grazie anche all’opera portata avanti dalle Guide del Borsacchio con l’istituzione della “Spiaggia del Fratino e delle dune” a Roseto degli Abruzzi, sono quindi tre le piccole aree poste a tutela del Fratino e del suo habitat sul litorale teramano.

“Certamente c’è ancora molto da lavorare sulla protezione di queste aree e sulla loro promozione, ma si tratta di passi avanti importanti che ripagano il lavoro dei volontari coinvolti nel Progetto Salvafratino Abruzzo”, dichiara Fabiola Carusi, referente del WWF per il Progetto e responsabile regionale del Comitato Nazionale per la Conservazione del Fratino. “Ora le Amministrazioni comunali devono fornire gli strumenti giusti per fare in modo che queste piccole aree possano operare al meglio, diventando anche un elemento distintivo di un’offerta turistica di qualità della nostra costa. Avere in provincia di Teramo i tre quarti dei nidi presenti in Abruzzo segnala la valenza ambientale del nostro ecosistema costiero, ma deve spingere tutti – associazioni, istituzioni e enti locali – a lavorare molto di più. I nidi continuano ad essere troppo pochi e il numero di uova che non giungono alla schiusa o dei pulli predati una volta nati continua ad essere troppo alto”.

WWF Teramo