TERAMO – Arrivare a determinare una risoluzione contrattuale ci può stare: la cosa, però, avviene quasi sempre consensualmente, raramente in maniera unilaterale.

E’ il caso di Luca Di Matteo, 32 anni, legato al Teramo Calcio fino al 2022, il quale, in forza dell’art. 15 comma 1, e art. 19 comma 1, ha avuto la “colpa” di rompersi giocando per i colori biancorossi della nostra città.

Ricorderete l’infortunio dello scorso mese di ottobre, nella gara casalinga vinta 2-1 contro la Paganese, nel corso della quale rimediò la rottura del tendine d’Achille destro. E’ un infortunio serio che, però, ha brillantemente superato, ristabilendosi; pare proprio vanamente.

Va specificato che uno stop forzato superiore a sei mesi, dà facoltà alla società di chiedere la risoluzione del contratto, oppure, previa comunicazione scritta al calciatore ed alla Lega Pro, di corrispondere, allo stesso, i compensi ridotti della metà, dalla data di comunicazione alla cessazione dell’inabilita’.

I bene informati sottolineano che Luca Di Matteo potrebbe dimostrare che, seppur il benestare dell’Inail sia arrivato dopo sette mesi, la comunicazione avrebbe avuto ritardi a causa degli impedimenti burocratici del lockdown e che, invece, l’ok del chirurgo che lo ha operato, risalga addirittura a metà marzo, quindi ampiamente prima dei fatidici sei mesi…

Nella migliore delle ipotesi si aprirà un contenzioso: resta l’opzione forte messa in atto dalla società biancorossa, non ancora in maniera formale ma che è già stata preannunciata dal DG, Andrea Iaconi.

Su questo aspetto torneremo, perché da dire c’è davvero tanto. Quasi troppo.