L’AQUILA – Nonostante il freddo pungente con temperature invernali intorno ai 3 gradi, sono state circa 15mila le persone che nella notte hanno sfilato nella fiaccolata silenziosa per le vie dell’Aquila per commemorare le 309 vittime nel decennale del terremoto che il 6 aprile del 2009 ha distrutto la città capoluogo di regione e il suo circondario. In un clima di dolore e commozione, alle migliaia di aquilani si sono aggiunte tante persone provenienti da fuori regione e dall’estero, un segnale che il decennale è riuscito a riaccendere i riflettori su una tragedia definita epocale per il numero di vittime, per i 1500 feriti, per l’ampiezza dei territori colpiti e per la distruzione di case e monumenti.

Il premier, Giuseppe Conte, giunto all’Aquila intorno alle 21,30 di ieri sera ha lasciato la città intorno all’una dopo aver partecipato al corteo della memoria ed aver salutato molte persone all’arrivo in piazza Duomo. Tra queste il cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita, che prima di celebrare la Santa Messa, ha parlato con Conte. “Di promesse ne abbiamo avute tante. Ci sono attese che vanno ora riempite di fatti. Abbiamo avuto in questa terra, nel corso dei secoli, terremoti devastanti. Ma qui la gente è tenace e non si rassegna”, ha detto il cardinale al premier che ha ascoltato in silenzio davanti la Chiesa di Santa Maria del Suffragio, dove sono stati ricordate i nomi delle 309 vittime. Dolore e commozione hanno caratterizzato gli eventi culminati alle 3 e 32, ora della scossa, con i 309 rintocchi delle campane. Momento che è giunto dopo la veglia di preghiera seguita alla Santa Messa.

(ANSA).