TERAMO – “L’Assessore Mauro Febbo si dimentica ancora una volta del vero motore dell’economia della Regione Abruzzo: l’artigianato. Non esistono solo le piccole medie e grandi imprese”, afferma il Presidente di Confartigianato Imprese Teramo Luciano Di Marzio, a margine dell’incontro intitolato “Destinazione crescita”, che si è svolto ieri mattina presso la sala consiliare della Provincia di Teramo. “Al centro del dibattito dei politici presenti in aula i soliti temi e le solite promesse: quarto lotto Teramo Mare, terza corsia autostradale, pedemontana”, commentano da Confartigianato Imprese Teramo, “Ci permettiamo di ricordare all’Assessore alle attività produttive che l’artigianato, in Abruzzo, rappresenta un terzo delle imprese esistenti e dà lavoro ad oltre 80.000 dipendenti”.

Da Confartigianato proseguono: “Da anni ormai, le Associazioni di categoria evidenziano con preoccupazione come il numero delle cancellazioni delle imprese registrate presso le Camere di Commercio superi quello delle iscrizioni: come è possibile che, alla luce di questo dato, la Regione continui a non stanziare in bilancio somme a favore di questa fondamentale attività produttiva? Dal 2008, l’allora Assessore di centro-destra Alfredo Castiglione eliminò dal bilancio regionale tutte le risorse che negli anni precedenti erano state destinate al finanziamento della legge regionale dell’artigianato”. 

L’associazione spiega che si tratta di “…Una legge che prevede, tra le tante attività, la “bottega-scuola”, un istituto eccellente, che altre regioni ci invidiano, grazie al quale sarebbe possibile preparare i giovani che vogliono imparare un mestiere ed inserirli nel mondo del lavoro. L’istituto della bottega-scuola, inoltre, incentiverebbe gli artigiani ad assumere personale: il primo anno tutti i costi di assunzione sono sostenuti dalla Regione, il secondo anno le spese sono divise al 50% tra imprenditore e ente pubblico, infine per il terzo anno è previsto il 65% a carico dell’imprenditore ed il restante 35% a carico della Regione”.

Confartigianato Teramo rivolge un appello anche alla Provincia, ente organizzatore dell’incontro, sottolineando che non è sufficiente il solo apporto al progetto “Destinazione Crescita” di Confindustria e dei suoi rappresentanti, ma occorre chiamare in cause anche le Associazioni più rappresentative del settore artigiano. L’associazione dice di aver l’intervento del mons. Lorenzo Leuzzi, il Vescovo di Teramo, mostratosi “…ancora una volta attento al futuro dei giovani” e del Magnifico Rettore Dino Mastrocola, “,…che si sta prodigando molto per la crescita dell’Università e della città di Teramo capoluogo”.

Il Presidente Di Marzio è critico riguardo all’intervento dell’assessore Mauro Febbo, che non avrebbe parlato durante la tavola rotonda di artigianato o della crisi che da oltre 11 anni grava sul settore. Nel ribadire che  un’eventuale fusione di Fira e Abruzzo Lavoro “…decreterebbe la fine di tutti i Confidi che sono stati per tanti anni le ancore di salvezza delle imprese per l’accesso al credito”, Di Marzio sottolinea di essersi allontanato dalla sala ieri, “…capendo che l’incontro non era rivolto al nostro settore” dopo aver ascoltato l’intervento di Febbo.

“Con l’occasione ci preme correggere quanto detto da Febbo”, conclude il presidente di Confartigianato Imprese Teramo, “le aziende in Italia e in Abruzzo con meno di 10 dipendenti sono circa il 98% e non il 92%. E quindi l’attenzione deve essere rivolta principalmente a queste, in quanto le medie e grandi aziende, oltre alle multinazionali, sono già ben strutturate e non hanno bisogno di attenzioni da parte della Regione Abruzzo, come anche da Lui ammesso. Infine, mi permetto di ricordare all’assessore Febbo, che è l’assessore di tutti e non solo di alcuni. In conclusione, ci auguriamo che i politici e le amministrazioni locali possano ravvedersi e iniziare a sostenere il nostro settore”.