SANT’OMERO – Domenica scorsa è partito da Sant’Omero il solito pullman a due piani: destinazione san Giovanni Rotondo, gita annuale spirituale in onore di san Pio, anche se tutti, in paese, continuano a chiamare il Santo ancora con l’appellativo devoto ma affettuoso di Padre Pio. Santa Messa e Comunione all’arrivo, poi visita alla tomba del Santo situata sotto la Basilica disegnata da Renzo Piano, tra corridoi rivestiti di mosaici colorati e infiniti, ma dal tratto arioso, riposante, un disegno che invita alla preghiera e lascia immaginare l’estasi dei santi.
Poi una passeggiata per il corso principale, l’acquisto di qualche souvenir nei negozietti sotto i portici, l’attesa della navetta che ci riporta alla stazione delle corriere. Qui il locale mensa in affitto per appena un euro a persona. Dal pullman si scaricano le cibarie e addirittura un fornello per riscaldare il cibo. Ognuno porta il suo, in abbondanza per se e per gli altri, qualcuno non porta niente, perché alla fine c’è una sacco di avanzo. Inizia così, pranzo e “preghiera”: assaggia questo! Dai assaggia quello! Timballo di frittelle e timballo di massa, olive fritte all’ascolana, coniglio alla cacciatora, frittata coi peperoni, capra alla neretese, trippa alla teramana e, contraddizione letterale, genovese alla santomerese; e poi vino bianco toranese, rosato controguerrese, genziana fatta in casa, caffè Borghetti e la vecchia intramontabile anisetta Meletti!
Fatti privati raccontati a tutti tra il morso di una squisita pizza rustica e quello di un taralluccio al vino; nel clamore assordante una musica di risate! Stomaci abbuffati e pance piene da scoppiare, l’umore generale pieno di felicità! E’ un miracolo anche questo, anche se nessuno lo benedirà!
Pasquale Felix