ROMA – Quasi quattro miliardi (3,8) di euro di fatturato dal calcio professionistico e quasi 1,3 miliardi di euro di contribuzione fiscale e previdenziale. Quattro milioni e seicentomila praticanti, oltre cinquecentosettantamila partite ufficiali giocate e 1,4 milioni di tesserati, che producono un impatto socio-economico di circa 3,1 miliardi.
Sono alcune delle cifre contenute nella decima edizione del ‘ReportCalcio‘ e confermano che il calcio, con le sue 12.127 società e le 64.827 squadre è il principale movimento sportivo del Paese. Il rapporto annuale, sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), è stato presentato su Sky Sport 24, ospite il presidente federale Gabriele Gravina. “Quello calcistico è un settore fondamentale per l’economia e la socialità del nostro Paese e che si contraddistingue per le enormi potenzialità, oltre che per le sue diverse eccellenze – ha commentato il presidente Gravina -. L’intenzione della Federazione è continuare a investire nella crescita della nostra disciplina, il cui ritorno socio-economico è ineguagliabile, ma è sui margini di miglioramento che vogliamo incentrare la nostra politica di indirizzo, con l’obiettivo di sviluppare ancora di più il calcio italiano“.
Il fatturato aggregato nel 2018/2019 ha raggiunto i 3,8 miliardi di euro, in crescita dell’8,5% grazie all’incremento dei ricavi commerciali (+19,7%) e dei diritti media (+11,8%), mentre le plusvalenze diminuiscono del 3,1%, segno di una maggiore capacità dei club di valorizzare la gestione caratteristica. D’altra parte, l’incremento ancora superiore del costo del lavoro e degli ammortamenti/svalutazioni ha comportato un ulteriore peggioramento del livello di perdita, passato dai 215 milioni del 2017/2018 ai 395 del 2018/2019. Cresce anche l’indebitamento, che raggiunge i 4,7 miliardi di euro, mentre si rafforza il Patrimonio Netto, la cui crescita negli ultimi anni è stata significativamente superiore a quella dell’indebitamento: l’equity è passato dai 37 milioni del 2014/2015 ai 623 del 2018/2019.
La crescita della contribuzione fiscale ha prodotto nuove risorse a beneficio dell’intero Sistema Sportivo italiano (+60 milioni di euro nel 2019 e +95 milioni nel 2020 distribuiti da Sport e Salute). Per ogni euro ‘investito’ dal Governo nel calcio, il Sistema Paese ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a 16,1 euro. Il calcio professionistico incide inoltre da solo per il 71,5% del contributo fiscale totale del comparto sportivo italiano.
Restano invece criticità sul piano delle infrastrutture, nonostante un’inversione di tendenza negli interventi sugli stadi esistenti dovuta anche all’organizzazione degli Europei Under 21 della scorsa estate, che hanno prodotto un investimento per le attività promozionali e per l’ammodernamento delle infrastrutture pari ad oltre 30 milioni di euro: l’Italia incide per appena l’1% del totale degli investimenti in nuovi stadi in Europa tra il 2009 e il 2019 e l’età media degli impianti è di 63 anni.
Dopo il boom del Mondiale francese continua a crescere il calcio femminile: negli ultimi 10 anni le tesserate sono aumentate del 46,6% (da 18.854 a 27.644), mentre dal 2016 al 2019 l’interesse per la Serie A è raddoppiato (dall’11 al 22%) – ANSA –