ROCCAMORICE (PE) – Lo hanno raggiunto nel cuore della notte, già cadavere. I soccorritori speleologi sapevano da ore però che per Alessio Carulli, 42enne geologo originario di Arielli (Chieti), non c’era niente da fare. Erano stati chiari i superstiti nel raccontare quanto accaduto in una fessura stretta e lunga, neanche una classica ‘grotta’ come la gente immagina.
Una piena improvvisa dentro la Risorgenza, i sifoni che si allagano e il panico: appena i tre speleologi se ne sono accorti hanno provato a risalire il budello di roccia. I primi due sono riusciti a passare, il terzo, Alessio, forse preso da panico e dall’inesperienza, ha preso una decisione sbagliata. Magari la foga del momento, la paura, la fretta, ha passato la strettoia a pancia in giù invece che a pancia in sù. L’acqua lo ha incastrato e non è riuscito a liberarsi. Affogato. Secondo i soccorritori si è trattato di uno dei recuperi più difficili mai effettuati in Abruzzo: certo il meteo incerto e la piena improvvisa hanno complicato tutto. I due speleologi che si sono salvati hanno raccontato che dopo essersi resi conto della piena imprevista hanno iniziato a risalire il budello ma un sifone pieno di acqua li ha fermati: poi sono passati mentre il terzo
non ce lo ha fatta. Forse ha complicato le cose anche la sicurezza con cui il gruppo ha affrontato la discesa, visto che non era la prima volta che frequentavano il luogo. I soccorsi allertati dai compagni all’esterno si sono recati subito sul posto con le idrovore ma per il 42enne non c’è stato niente da fare – di Lorenzo Dolce e Luca Prosperi – ANSA –