TERAMO – Sono state le note de ‘Il Silenzio’, in memoria di quanti sono caduti nella tragedia dell’emergenza Covid-19, tra cui molti artisti, e dell’Inno di Mameli ad aprire il Concerto ‘Braga per la Ripartenza’ che, negli spazi del Duomo, ha visto tornare sulla scena l’Orchestra del Conservatorio Statale di Musica ‘G.Braga’ di Teramo. Ingressi contingentati, termoscanner all’arrivo del pubblico e pannelli per assicurare la giusta distanza tra i musicisti che, escludendo i fiati, hanno suonato indossando la mascherina brandizzata del ‘Braga’ al fine di rispettare tutte le prescrizioni anti-Covid-19 imposte dai Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e dalle ordinanze regionali. Prescrizioni che hanno imposto l’ingresso di un numero limitato di persone tra il pubblico, causa maltempo che non ha permesso di svolgere l’evento all’esterno in piazza Martiri come previsto, compensate però dalla diretta televisiva sui canali di Tv6 e di Teleponte, oltre che la diretta streaming sui canali YouTube del Conservatorio e sulla pagina Facebook del Braga, sulla quale si sono registrati 2.800 contatti e 1.152 visualizzazioni fisse per tutta la durata dello spettacolo. A inaugurare la ripresa della stagione sono stati i saluti istituzionali del Direttore del Conservatorio, Federico Paci, con l’assessore alla Cultura del Comune di Teramo Filipponi e il rettore dell’Università di Teramo Dino Mastrocola, alla presenza in sala, anche del Presidente del ‘Braga’, il professor Lino Befacchia e del Vescovo della Diocesi Atri-Teramo Monsignor Lorenzo Leuzzi.

“Quello odierno è il Concerto per la Ripartenza, ma anche della sinergia tra le Istituzioni – ha sottolineato il Direttore Paci – e oggi il Conservatorio ringrazia per la collaborazione l’amministrazione comunale e l’Università. Abbiamo attraversato tutti un periodo molto duro a causa dell’emergenza coronavirus, ancor più difficile per chi vive di musica, tuttavia abbiamo reagito bene come Istituzione aprendo subito la didattica a distanza. Anche noi docenti non potevamo entrare nella nostra sede e allora subito abbiamo fatto noi stessi formazione per essere pronti a rispondere a qualunque necessità avessero i nostri ragazzi. Oggi con il Concerto, che celebra anche i 125 anni di storia della nostra Istituzione, vogliamo anche contribuire ad accendere i riflettori sul nostro lavoro, che sta soffrendo, tanto che quello degli eventi è l’ultimo settore a ripartire, eppure siamo certi che supereremo anche questa crisi”. “La nostra città – ha detto l’assessore Filipponi – ha un potenziale enorme in termini artistici grazie alla presenza di un’Istituzione come il ‘Braga’ e di altre realtà che impreziosiscono il territorio, oggi è importante che ognuno faccia la sua parte per rilanciare Teramo”. È stato invece il Rettore Mastrocola a sottolineare quanto sia “preziosa la collaborazione, in termini formativi e didattici, nata tra l’Ateneo e il Conservatorio”. Quindi spazio alla musica diretta dalla bacchetta del Maestro Simone Genuini con l’Ouverture da ‘Clemenza di Tito’ di Mozart, la Sesta Sinfonia ‘Pastorale’ di Beethoven, l’Ouverture da ‘Norma’ di Bellini e poi l’esecuzione di una selezione di Arie d’Opera, dal ‘Mon Coeur’ di Saint Saens, a ‘Ella giammai m’amò’ di Verdi, per chiudere con il ‘Nessun Dorma’ di Puccini. Sulla scena l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio Braga sotto la bacchetta del Maestro Simone Genuini e i solisti della serata, ovvero la mezzosoprano Albina Riccioni, il tenore Gianluca Pasolini e il baritono Andrea Concetti.

La chiusura, dopo i bis di rito e di nuovo l’esecuzione dell’Inno di Mameli interpretato dai tre solisti, tra gli applausi dei presenti, è stata affidata a Monsignor Leuzzi: “Per ripartire, dopo un evento drammatico come quello che abbiamo vissuto, bisogna cercare. Resta indietro e fa fatica chi non è abituato a cercare, e allora noi non dobbiamo avere paura. Solo i superficiali non ripartiranno, noi, la nostra Teramo, invece dobbiamo tutti cercare con serenità e fiducia, anche con l’aiuto della musica, e con la consapevolezza che non siamo soli, siamo una comunità che dice sì al distanziamento fisico, ma no al distanziamento sociale”.