ROMA – Così è intervenuto oggi in Aula il deputato abruzzese Camillo D’Alessandro. “Siamo riusciti ad evitare l’aumento delle tariffe, ma non si risolve il problema.L’Abruzzo non è terra di Fontamara dove pensare di praticare ogni prepotenza. Ed è una prepotenza che dopo 9 anni dalla scadenza del Piano Economico e Finanziario , per colpevole inerzia del MIMS, parlo della struttura tecnica, non ci sia un nuovo PEF, nonostante un commissario ad acta nominato due anni fa, che risolva la distorsione all’origine della convenzione: il meccanismo infernale che scarica sull’aumento automatico della tariffa la copertura degli insostenibili oneri di manutenzione, concepito dal Governo Berlusconi quando Marsilio e Fratelli d’Italia, con altre sigle, stavano al Governo. Dopo 20 anni se ne sono accorti. Il rinvio dell’aumento a tariffa non è la soluzione del problema, ma l’ultima occasione per utilizzare questo tempo per varare fino in fondo un nuovo PEF. Ci sono 4 miliardi di euro disponibili, 800 milioni dovrebbero essere già appaltati per viadotti, galleria, sicurezza, ma nulla si muove. L’ultimo PEF , imposto dal commissario e dalla struttura tecnica del Ministero, alla società concessionaria è irricevibile perché ripete il meccanismo di automatico aumento della tariffa, arrivando ad oltre il 300% al 2030 rispetto alla situazione attuale. Il Ministro ha evocato la revoca della concessione, noi non ci occupiamo di chi sia o sarà il concessionario, ma certo se il modus operandi sarà lo stesso seguito con Aspi la situazione ci preoccupa, anche molto. Più che revoca è stato un gigantesco regalo ad Aspi, 21,3 miliardi esonerando Aspi da ogni responsabilità nonostante quanto accaduto a Genova…ci avremmo fatto una autostrada nuova in Abruzzo“.