ALBA ADRIATICA – Con stupore apprendiamo dalla stampa le specifiche motivazioni del parere negativo espresso dalla Regione Abruzzo circa il progetto di sviluppo della nuova ciclabile e la conseguente riqualificazione ambientale compensativa ad esso collegato.

Nessuno era al corrente di tale parere negativo su un tema tanto dibattuto in città da ormai troppo tempo. Evidentemente il documento era in possesso del sindaco già da qualche settimana ma è stato tenuto nascosto.

Desta notevole perplessità il caso evidente di una città e dello stesso consiglio comunale negli ambiti di minoranza, che viene informato su importanti vicende che attengono agli interessi pubblici albensi non dai canali dell’amministrazione comunale ma sporadicamente dalle pagine dei giornali locali.

E’ ormai necessario imporre uno stop alla deriva amministrativa che sta deteriorando la città di Alba Adriatica, il tessuto economico, la stabilità civica.

Non è più possibile assistere in silenzio a ciò che sta avvenendo in ordine alla sconsiderata gestione intestata al sindaco Antonietta Casciotti.

Con il parere negativo della Regione Abruzzo viene smontato pezzo per pezzo il cuore della cosiddetta riqualificazione ambientale inserita nel progetto del nuovo Lungomare.

Ennesimo capitolo del macro investimento a “gestione interna” risultato mal progettato ed addirittura privo dei permessi necessari.

Addirittura la proposta della Giunta Casciotti sul taglio e rigenerazione della pineta, imposta con arroganza di fronte alle perplessità sollevate da gran parte della cittadinanza, ora appare un vero e proprio tentativo di sabotaggio finalizzato a condannare a morte la pineta monumentale della città, eccellenza del territorio costiero teramano.

E ancora, cosa oltremodo grave, risulterebbe persino improvvido l’utilizzo dei fondi europei del progetto LIFE utilizzati in una operazione di rigenerazione di difficile attecchimento, probabilmente costosissima e peraltro neppure compensativa della riduzione dell’area boschiva soggetta al taglio.

Le perizie dei tecnici incaricati dall’Ente allegate al progetto del nuovo lungomare sostenevano esattamente il contrario.

Un giudizio dunque severo, durissimo che arriva dopo mesi di arroganza e di prepotenza perpetuati nel dibattito pubblico contro le giuste considerazioni dei cittadini che per buon senso si opponevano alla disfatta della pineta e rilevavano la deriva ambientale già in atto nella città su diversi versanti.

Persino lo scudo dei pareri scientifici forniti dai tecnici incaricati dunque viene travolto e non può più mettere al riparo una gestione tanto criticabile, sfrontata e oltremodo approssimativa.

Il re è nudo.

Una vera e propria Caporetto che rimanda addirittura a cose più gravi.

Il Sindaco ha mentito alla città.

Essa già dal novembre 2021 aveva in mano un parere che la invitava a riconsiderare il suo proposito ma nulla è emerso in tal senso neppure nelle dovute informazioni destinate ai cittadini. (Dalla nota della regione: “In questo senso si deve rilevare che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo nella propria nota n. 4091 del 30.11.2021 avente ad oggetto “Autorizzazione “a condizione” ai sensi degli artt. 21-22 e parere paesaggistico a condizione” ai sensi dell ‘art. 146 c. 7 del D.Lgs 42/2004 e ss.mm.ii”, pur ritenendo condivisibili gli obiettivi del più ampio intervento di riqualificazione del lungomare e delle piazze interessate, sottolinea che gli interventi sul sistema vegetazionale delle pinete non sono coerenti con le esigenze sottese alla loro tutela monumentale e prescrive
per le stesse la conservazione nella loro integrità e nell’attuale area di sedime occupata dalle alberature storiche (le pinete monumentali devono essere conservate nella loro integrità e nell ’attuale area di sedime occupata dalle alberature storiche “).

Ed ancora sia in aprile a mezzo stampa e persino il 2 Agosto 2022 sulla sua pagina social comunicava di essere in possesso di tutti i permessi necessari a rendere esecutivo il progetto ed aprire il cantiere.

Ma dalla nota della Regione emerge che ben tre giorni dopo la comunicazione rassicurante del Sindaco, l’Ente comunale ancora richiedeva le autorizzazioni necessarie con nota di protocollo n. 0021658 del 05.08.2022 all’Ufficio Coordinamento e Pianificazione nel Settore Forestale – L’Aquila/Regione Abruzzo. Autorizzazioni poi negate.

Inoltre bisogna ricordare la conferenza stampa in cui assessore e sindaco mettevano in discussione la serietà dell’ambientalismo cittadino definito strumento di disinformazione, di manovre politiche contro lo sviluppo della città, teorie prive di fondamento gestite da qualche “sciamano” e tanto altro ancora.

Siamo di fronte ad una grande opera di mistificazione e di grave manipolazione dell’opinione pubblica cittadina operata anche a mezzo stampa dal sindaco, dall’assessore all’ambiente e dall’assessore ai lavori pubblici i quali hanno continuato per mesi a dare informazioni false e del tutto infondate alla città di Alba Adriatica.

Questi eletti hanno gravemente leso fondamentali articoli dello Statuto Comunale della città di Alba Adriatica:

ART: 3.2

Il Comune riconosce i valori ambientali e paesaggistici del territorio con l’assieme del suo patrimonio artistico, storico, archeologico come beni della comunità e ne assume la tutela come obiettivo della propria azione amministrativa, garantendo la partecipazione dei cittadini ai procedimenti di pianificazione territoriale.

ART 4.3

Il Comune assume l’impegno di promuovere la tutela del patrimonio ambientale al fine di garantire il godimento da parte della collettività presente e futura.. Opera per garantire la tutela idrogeologica (…)

ART 6.8.

Il Comune, nell’ambito delle sue competenze, concorre ad assicurare il diritto alla salute dei cittadini (…)

ART.11.1.

I rapporti tra le istituzioni e i cittadini, in sintonia con il dettato costituzionale, sono da considerarsi come momento primordiale di sviluppo della democrazia, del pluralismo politico e istituzionale. A tale scopo il Comune riconosce, nel diritto dei cittadini a partecipare alle funzioni e alle scelte amministrative, la condizione essenziale di legittimazione della propria azione.

Risultano gravemente lesi dunque il dovere di trasparenza che la norma impone alla pubblica amministrazione ed il diritto alla corretta informazione che informa il giusto rapporto tra cittadini e rappresentanti delle istituzioni.

(L. 241/90 e D.Lgs 33/2013).

Risultano inoltre gravemente lese le linee guida della politica ambientale cittadina sottoscritte dallo stesso sindaco nei particolari propositi di :

“lo sviluppo socio-economico deve avvenire nel rispetto dell’ambiente, senza compromettere le risorse naturali indispensabili all’attività umana, dovendo rispondere alle esigenze della popolazione presente senza compromettere le necessità delle generazioni future”;

“la tutela di risorse ambientali quali la vegetazione, le acque superficiali, la fauna, gli aspetti percettivi del paesaggio, costituiscono un fattore di civiltà e di competitività territoriale, in modo particolare per una località a profonda vocazione turistica”

“promuovere il coinvolgimento continuo del personale e della cittadinanza al rispetto per l’ambiente, attraverso iniziative interne di formazione e campagne informative”;

“garantire la trasparenza nello svolgimento delle attività amministrative in modo da far comprendere alla cittadinanza gli impatti ambientali delle attività svolte dall’Amministrazione comunale”

(https://www.comune.alba-adriatica.te.it/Amministrazione-Trasparente/Informazioni-ambientali/POLITICA-AMBIENTALE-CITTA-DI-ALBA-ADRIATICA).

Risulta altresì leso l’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo sul diritto alla corretta informazione del cittadino.

A tal proposito si ribadisce che gli art. 2 e 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo tutelano il diritto alla vita e al benessere delle persone.

In Europa la Corte Europea ha già emesso sentenze in via definitiva contro Governi centrali e Comuni per aver violato i diritti universali inviolabili.

Le istituzioni pubbliche sono state portate in tribunale dai cittadini e dai movimenti verdi per non aver agito, come di dovere, contro l’emergenza climatica attraverso la riduzione dei gas serra e per non aver tutelato la salute delle persone procedendo ad una progressiva riduzione degli impianti arborei cittadini.

Si ribadisce altresì che la condotta dell’amministrazione Casciotti sta mettendo a repentaglio l’immagine della città di Alba Adriatica ed alcuni risultati riconoscimenti conseguiti come la certificazione Europea Emas che potrebbe essere annullata a causa di progetti eccessivamente impattanti sull’ambiente naturale.

Pertanto Citta Viva ritiene necessaria l’immediata sospensione dell’iter amministrativo sull’esecutività del progetto di riqualificazione del lungomare essendo venute meno connotazioni progettuali originarie e fondamentali dell’opera proposte inutilmente alla città.

E’ necessaria inoltre una profonda riconsiderazione dei metodi, del confronto col mondo civico e del livello progettuale che al momento non è più chiaro e comprensibile a nessuno.

Inoltre si chiedono le immediate dimissioni del Sindaco, dell’Assessore all’Ambiente e dell’Assessore ai lavori pubblici per le gravi carenze mostrate in ambito gestionale ed ancor di più per l’atteggiamento omissivo e gravemente lesivo del diritto all’informazione ed alla trasparenza dovuto alla cittadinanza su temi di pubblico interesse.