Contava non perdere, e dopo il primo tempo chiuso in vantaggio per 10, ci si sperava davvero e concretamente. Poi, in avvio di ripresa, l’immancabile black-out difensivo dei biancorossi ed arrivava l’12 avversario, in nove minuti: gara seriamente compromessa e poi, persa. E dire che la partita si era messa benissimo, perchè dopo sei minuti Zecca lanciato in porta, veniva steso da De Lucia: rigore solare ed Infantino, dal dischetto, si confermava essere implacabile, firmando così la prima rete con la maglia del Diavolo. La squadra di Toscano accusava il colpo e reagiva cono poco costrutto: ci provava Maiorino, dalla distanza, chiamando in causa in un paio di circostanze Lewandowski, sempre da calcio piazzato. La palla goal più importante del primo tempo, invece, ce l’aveva il Teramo con lo stesso Zecca, di testa, da cross di Ventola allo scadere: fuori di poco. Insomma dopo il primo tempo un pò tutti cominciavano a crederci. Poi? Succedeva che Caracciolo, dopo tre minuti, approfittava di un liscio clamoroso di Caidi in piena area e la buttava dentro a porta praticamente sguarnita e al nono, ancora Caracciolo, da posizione molto defilata, gonfiava la rete quasi da terra, con la difesa biancorossa che reclamava un off-side inesistente, perchè male applicato. La gara finiva praticamente lì: non bastava la sola buona volontà per pareggiare. In fondo una sola occasione per il Teramo veniva registrata nel nostro taccuino, vale a dire una conclusione di Polak dalla distanza, fuori di poco, al minuto 87… A nulla erano serviti i quattro cambi in corsa operati da Maurizi (Proietti, Spighi, Cappa e Barbuti per Giorgi, Persia, Zecca e Piacentini), che inizialmente aveva utilizzato Giorgi al centro della mediana (che sia lontano da una condizione accettabile lo si vede un miglio), preferendo Ventola a Spighi e Zecca a Sparacello. Alla fine contestazione per tutti: la squadra è uscita al grido di “andate a lavorare” senza poter andare sotto la Curva e Luciano Campitelli è finito nell’occhio del ciclone più della solita media. A proposito: con lui, nel box riservato, c’erano tre persone, tra cui una donna: uno dei tre si chiama Mario Bartoli. Ricordate? Il Presidente parlò di altri investitori interessati ad entrare in società. Chissà. Intanto dagli spajti è “scomparso” Nicola Di Matteo. Domani, però, tornerà in città. Seguiremo le evoluzioni…