GIULIANOVA – Con riferimento ad alcune inesatte affermazioni e non piacevoli allusioni registratesi nel Consiglio Comunale di Giulianova del 31 luglio 2020, corre l’obbligo, a tutela dell’immagine della nostra Associazione e del suo operato ultra-decennale, di tornare a puntualizzare varie cose per i nostri soci, per tutti i cittadini e per quanti hanno voglia di capire.

  1. Demos è un’associazione culturale che ha delle finalità ben precise, contenute nello Statuto reperibile facilmente sul sito (www.associazioneculturaledemos.it). È rigorosamente apartitica e non “concerta”, non si “sincronizza” e non fa alcun “gioco di sponda” con i partiti politici di nessun genere e di nessun colore e a nessun livello. Non perché non le piacciano i partiti, ma semplicemente perché Demos è un’associazione che fa cultura e promuove eventi, occasioni e progetti di partecipazione popolare. Nulla che rientri nella dialettica fra partiti, fra maggioranze e minoranze della rappresentanza.
  2. Il documento conclusivo del Forum del gennaio 2020 è stato consegnato al Sindaco e il Sindaco doveva rispondere come da Regolamento. Se risponde un Assessore ci chiediamo se questo sia delegato a farlo o meno; se parla anche per il Sindaco; se le cose dichiarate alla stampa costituiscano indiretta risposta da parte del Sindaco o meno. Tutto qui. Davvero l’Assessore non ha capito? Tant’è che la risposta del Sindaco poi c’è stata, ma non prima di due comunicati stampa di sollecito. Se, come ci aspettavamo, il Sindaco avesse convocato il Presidente del Forum per argomentare insieme le indicazioni contenute nella Proposta Popolare (o lo avesse fatto convocare dall’Assessore), questi equivoci non ci sarebbero stati. Magari (perché no?) si sarebbe usciti con un comunicato congiunto simbolo di fattiva collaborazione. In realtà, la persistente assenza di ogni documentazione relativa al Forum sul sito ufficiale del Comune testimonia invece la scarsa considerazione del Comune per questo importante evento partecipativo, pur convocato dal Sindaco.
  3. Sembra particolarmente grave continuare a confondere democrazia rappresentativa e partecipazione popolare. Ci dispiace, ma è sintomo di pervicace ignoranza del dettato costituzionale. Affermazioni come “non posso permettere che gli spunti di qualche decina di cittadini stravolgano un progetto” o “La massima espressione della democrazia sono le persone sedute in questi banchi”, testimoniano quanto grande sia la confusione. La rappresentanza politica eletta decide; chi partecipa non decide ma offre il proprio contributo a chi decide. La prima si completa nella seconda che non è “accessoria”: è indispensabile quanto la prima. La seconda non ha bisogno di “numeri minimi” (anche due persone partecipano) e proprio per questo non può essere confrontata in termini numerici. Questo è la democrazia della nostra Costituzione costata il sangue di centomila morti.
  4. I Comitati di Quartiere sono soggetti politici eletti a suffragio universale secondo regole che cercano di tenere il più possibile lontane le logiche dei partiti. Non devono essere né casse di risonanze dei partiti di minoranza né dell’Amministrazione comunale. Certo, a volte ci si riesce a volte no, ma nessuno può umiliare il loro operato quando ci riescono e lodarli invece quando possono funzionare da “passerella” per la maggioranza. È purtroppo un fenomeno trasversale, tanto ricorrente quanto ripugnante: sintomo delle pecche di una classe politica che fatica a rinnovarsi o non lo vuole affatto. I Comitati e i loro presidenti devono essere tutti aiutati e incoraggiati (questo è il nostro mestiere) ad essere sempre e solo promotori della partecipazione popolare.

Fatte le puntualizzazioni che precedono, torniamo a chiedere a questa Amministrazione comunale se si abbia in mente un altro modello di democrazia partecipativa o si ritenga di proseguire nell’applicazione di questo a cui da oltre dieci anni la nostra Associazione collabora a titolo gratuito e di volontariato.

Associazione culturale Demos

Il Presidente

Prof. Carlo Di Marco