Social guardoni, i giovani democratci: "Basta patriarcato e sessismo"

2025-08-24T08:36:04+00:00 - Walter Cori

Social guardoni, i giovani democratci: "Basta patriarcato e sessismo"

PESCARA - “La testimonianza dell’iscritto aquilano al gruppo Facebook “Mia moglie” è spregevole. Affermare di essersi iscritto solo per guardare e passare il tempo, senza fare nulla di male, vuol dire essere complici di un sistema che continua a “oggettificare” le donne, nel 2025. Ad aver sbagliato sono tutti gli uomini iscritti in quel gruppo che per anni hanno postato foto, commentato e taciuto su tutto. Non dire niente equivale a permettere che gli uomini continuassero a pubblicare foto intime delle loro mogli a loro insaputa. Non solo rimanere in silenzio, ma anche apprezzare le foto e i commenti vuol dire essere complici al pari di chi pubblicava e commentava attivamente”, commenta il caso Maria Citarella, della segreteria dei GD Abruzzo.

Passare appresso leggendo i commenti sessisti voleva dire legittimarli, non vederci nulla di sbagliato. Ciò che forse ancora non è chiaro ai più è che le donne subiscono una violenza sistematica, verbale e fisica. Continuano ad essere uccise dai propri partner perché gli uomini non le vedono come persone, ma come oggetti di loro proprietà e il gruppo Facebook “Mia moglie” ne rappresenta l’ennesima prova. Non c’è alcun tipo di rispetto nei confronti delle donne. La storia ci insegna che l’indifferenza è la miglior complice del male, al pari di chi lo commette.  Ciò che servirebbe – continua Maria Citarella – è una presa di coscienza da parte degli uomini e una loro responsabilizzazione. Viviamo in una società che colpevolizza continuamente le donne, ma se il problema sono gli uomini, allora sono loro che devono cambiare. Vorremmo vederli al fianco delle donne, sentirli denunciare quando vedono un’ingiustizia, accorgersi di quando commettono atti sessisti nonché vere e proprie violenze. Serve la collaborazione di tutti per riuscire a distruggere questo sistema: un’alleanza tra uomini e donne, ma soprattutto tra gli uomini per decostruire il comportamento violento e irrispettoso di alcuni di essi”.

Violenza è anche il fatto che lo spazio digitale continua a non essere controllato – continua Saverio Gileno, segretario regionale dei GD –. Come afferma il signore aquilano iscritto al gruppo Facebook: “Ormai navighi sui social e ne compaiono a decine ogni giorno”, riferendosi alle foto del gruppo. È inaccettabile che sia tutto concesso e sdoganato e che l’unico metodo per combattere le violenze sui social siano le segnalazioni delle singole persone. Ormai i social sono una realtà virtuale che affianca quella fisica, è necessaria un’ampia riflessione sul metodo e provvedimenti che consentano di prevenire reati e storture, nonché controllare e punire chi commette tali violenze violazioni”.